ROMA – La mancata formazione in materia di sicurezza sul lavoro può costare la vita. Sulla base di questo assunto, due dirigenti dello stabilimento della ThyssenKrupp di Terni sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo. Il processo, condotto dal gup Pierluigi Panariello ha lo scopo di verificare le responsabilità di Antonio Bufalini, direttore dello stabilimento, e Walter Maffeo, responsabile area tecnica e servizi, per la morte di Diego Bianchina, operaio deceduto nel dicembre 2009 a causa delle esalazioni di acido solfidrico durante il travaso di una cisterna. L’accusa ipotizza che l’operaio non avesse ricevuto una formazione adeguata sui rischi legati all’operazione.
Formazione, prevenzione, lotta contro gli incidenti sul lavoro. Che come sempre continuano a interessare il nostro Paese.
È morto sabato scorso, folgorato trinciando un cavo elettrico, Alex Santarosa di 31 anni che stava eseguendo una potatura nelle vicinanze di un cavo dell’alta tensione a Porcia nei pressi di Pordenone.
Sono tre gli operai morti in itinere recandosi al lavoro la mattina del 23 gennaio. Erano operai rumeni di età tra i 32 e 39 anni che lavoravano all’Enafroid di Muggiano. Nello stesso giorno, sempre su strada ma in occasiono di lavoro moriva Sherbet Bashmete, operaio albanese di 48 anni colpito alla testa da un grave nel cantiere stradale dell’autostrada Brebemi di Calcio in provincia di Bergamo.
Il giorno dopo, 24 gennaio, Massimo Crepaldi, camionista, ha trovato la morte mentre prendeva parte alla protesta degli autotrasportatori, travolto da un tir, e Mario Lamera, stuccatore di quarantotto anni è deceduto a causa di una caduta da un’impalcatura dall’altezza di dodici metri.
Infine sono stati inutili i soccorsi per Massimo Foladori, di 33 anni, schiacciato da una balla di fieno di 400 kg che la mattina di mercoledì 25 stava scaricando da un camion. Trasportato d’urgenza in ospedale l’operaio è deceduto nel pomeriggio.