L’INAIL ha pubblicato in questi giorni un opuscolo a uso dei lavoratori in materia di agenti chimici pericolosi. Per analizzare gli infortuni derivanti dal contatto diretto con sostanze chimiche sono stati estratti dal database INAIL (ESAW/3) le informazioni secondo due diversi criteri di lettura: le modalità di contatto e le modalità della lesione subita. Così, la situazione presa in esame del periodo 2004-2010, è stata analizzata con riferimento a:
- contatto con sostanze pericolose per via nasale, orale, per inalazione;
- contatto con sostanze pericolose attraverso pelle o occhi;
- contatto con sostanze pericolose attraverso il sistema digerente, inghiottendo o mangiando.
I risultati dell’analisi.
- Nel caso di infortuni conseguenti ad inalazione, le sostanze coinvolte hanno principalmente proprietà tossico-nocive (28%), caustico-corrosive (15%);
- nel caso di contatto cutaneo i principali agenti riscontrati sono polveri, schegge, spruzzi (32%) e le sostanze caustiche e corrosive (15%);
- nel caso di infortuni riguardanti l’ingestione sono coinvolte oltre che le sostanze caustico corrosive (13%) e tossico-nocive (11%), le sostanze per l’agricoltura e l’allevamento (fertilizzanti e alimenti per il bestiame).
La maggior parte degli eventi considerati è riconducibile a:
- una fuoriuscita,
- una emanazione
- una vaporizzazione
Tutte non previste, della sostanza pericolosa.
Eseguita la valutazione dei rischi specifici, se il rischio risulta “non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute”, il datore di lavoro deve attuare misure specifiche di prevenzione e di protezione (art. 225 del D.Lgs. 81/2008), tra cui, la più importante, è la sostituzione dell’agente pericoloso (o del processo) con un altro che, nelle condizioni di uso, non lo è o lo è meno.
E se questo non è possibile? Allora il datore di lavoro riduce il rischio mediante l’applicazione di particolari misure, come la progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, l’ uso di attrezzature e materiali adeguati, l’adozione di appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio (aspirazioni localizzate, cappe, schermi, ecc.) e l’uso di DPI.
Fondamentale e imprescindibile la costante e attenta info/formazione sui particolari rischi.
L’opuscolo dedica una parte del contenuto alla trattazione dei valori di esposizione (per mantenere la concentrazione degli inquinanti entro limiti di non pericolosità, sono stati stabiliti dei valori di esposizione professionale – art.222 del TU 81/08: “il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione in relazione ad un determinato periodo di riferimento”).
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