Nell’ambito del sistema di tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro, la figura del Medico competente (MC) riveste un ruolo di primaria importanza. Alla luce di questo, nel contesto del progetto Insula, è stato inserito uno specifico focus sull’Analisi della percezione dei bisogni e delle criticità applicative dei compiti del MC ed interazione con il sistema di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Interessati al progetto dell’Inail sono stati 1.237 MC iscritti nell’ elenco del Ministero della Salute, ai quali è pervenuto un questionario articolato in 43 domande
Nel corso di questa esposizione ho raccolto alcuni dei risultati della ricerca. Riporto per primo l’esito della consultazione per la quale la “piccola impresa” (10-49 lavoratori) è la tipologia di azienda prevalentemente seguita dai MC (39,2%) mentre, in relazione alle attività produttive, la maggioranza è riconducibile al settore delle attività manifatturiere (43,0%).
Il fattore di rischio più frequentemente rappresentato è il videoterminale ( 94,8% dei casi), seguito dalla movimentazione manuale dei carichi ( 92,6% dei casi) e dal rumore (81,3% dei casi).
Quanto ai bisogni formativi e di aggiornamento del MC, il 37,0% è abbastanza d’accordo sul fatto che il programma Ecm* corrisponde nella pratica a un efficace sistema di aggiornamento. Per quanto concerne l’affermazione relativa alla necessità per il MC dell’obbligo di acquisizione del 70% dei crediti nella disciplina della medicina del lavoro e sicurezza negli ambienti di lavoro (art. 38 c.3 del D.Lgs. 81/2008), la maggioranza degli intervistati non è d’accordo o lo è poco (52,9%).
Sull’argomento dei rapporti con le altre figure della prevenzione aziendale, “collaborativo” risulta essere il rapporto con il Rspp ed il Rls (rispettivamente l’88,7% e il 77,2%). La maggioranza degli intervistati (49,0%) ritiene che il DL rispetti l’indipendenza e l’autonomia del MC.
Nell’ambito dello svolgimento dell’attività professionale, prima di intraprendere la propria collaborazione con un’azienda, la maggior parte dei MC chiede “sempre”
- di visionare il documento di valutazione dei rischi (85,3%), il registro degli infortuni (30,2%), le relazioni di sopralluogo del MC precedente (28,9%), eventuali verbali di ispezione (43,4%), le procedure di primo soccorso (27,5%);
- di effettuare un sopralluogo conoscitivo degli ambienti di lavoro (79,5%);
- di incontrare il Rspp (68,9%) ed il Rls (48,6).
Sul come attuare le misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, il MC viene “sempre” coinvolto dal Dl per la maggioranza degli intervistati (rispettivamente 47,5% e 30,0%), ma solo qualche volta nella scelta dei dispositivi di protezione individuale (32,3%) e nell’organizzazione dei corsi di formazione sui rischi specifici per i lavoratori (32,0%).
Rapporti con l’organismo di vigilanza (Odv). Nell’espletamento dell’attività professionale, i MC sono d’accordo (molto; del tutto) nel ritenere che l’efficacia dell’attività del MC possa essere significativamente migliorata sia dall’offerta di assistenza (51,7%) sia dall’offerta formativa (51,1%) garantita dall’OdV.
Relativamente all’attività ispettiva dell’Odv, la maggior parte dei MC è abbastanza d’accordo nel reputarla in grado di migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro (41,1%), così come di modificare alcuni aspetti dell’attività del MC (43,8%). Il 42,0% degli intervistati ritiene che vi sia sovrapposizione di ruoli e competenze tra i diversi Odv.
Per quanto riguarda i rapporti con il Ssn, e nello specifico quello con il medico di medicina generale (Mmg), esso è difficoltoso, ma importante per la salute dei lavoratori (66,8%), specie per la gestione degli ex esposti a cancerogeni (65,1%) ma il 38,1% degli intervistati pensa che i Mmg non sembrano interessati alle segnalazioni del MC .
* Educazione Continua in Medicina, un programma nazionale di attività formative, attivo in Italia dal 2002.
Continua lunedì 21 luglio 2014: risposte Rls.
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