Durante le gite scolastiche i professori sono tenuti al cosi detto “obbligo di diligenza preventivo” che si concretizza nella scelta di strutture il più possibile sicure per l’alloggiamento nelle località raggiunte con la gita.
La Cassazione ha accolto il ricorso di una studentessa friulana che nel marzo del 1998 si era seriamente ferita nell’albergo scelto dalla scuola, scivolando da una terrazza dello stabile. Era salita su un parapetto del balcone della stanza, e nel raggiungere la terrazza era precipitata nel vuoto per molti metri, riportando gravi ferite e rimanendo completamente invalida.
La successiva richiesta di risarcimento dei danni nei confronti del ministero della Pubblica istruzione e della scuola, per “mancanza di controllo e di sorveglianza degli alunni da parte del professore in gita con la classe…” era stata respinta sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello di Trieste.
Ora, con la sentenza 1769 dell’8 febbraio, la Cassazione ha ribaltato i verdetti richiamando in causa la scuola e tenuto conto che “… i minori possono compiere atti incontrollati e potenzialmente autolesivi…“ e che” all’Istituzione è imposto un obbligo di diligenza per così dire preventivo, consistente … nella scelta di vettori e di strutture alberghiere che non possano, al momento della loro scelta, nè al momento della fruizione, presentare rischi o pericoli per l’incolumità degli alunni”.
Secondo i giudici “incombe all’istituzione scolastica la dimostrazione di avere compiuto controlli preventivi e di avere impartito le conseguenti istruzioni agli allievi affidati alla sua cura e alla sua vigilanza”. E, nel caso della studentessa friulana, il personale accompagnatore “avrebbe dovuto, con un accesso alle camere stesse, rilevare il rischio della facile accessibilità al solaio di copertura” e adottare, di conseguenza, misure idonee alle circostanze”, fino al “ rifiuto di alloggiare” in una stanza ritenuta insicura.
La studentessa aveva fatto richiesta di risarcimento anche all’albergo e ai genitori del ragazzo che aveva raggiunto sul terrazzo dello stabile e dal quale, poco prima dell’incidente, aveva ricevuto in offerta uno spinello.