ROMA – Fra le malattie professionali, quelle della pelle colpiscono molto di più i lavoratori maschi che le donne. I dati del report 2009 dell’INAIL indicano la presenza di 145 casi riconosciuti, di cui 80 a carico dei maschi.
Nella graduatoria formata con le percentuali di incidenza delle patologie, la sanità copre il primo posto con 303 casi (13,97%), seguita dal settore delle costruzioni (252 casi, pari all’11,94%). Il fenomeno morboso interessa, ma con percentuali molto più basse, anche i luoghi di fabbricazione e lavorazione dei metalli e dei minerali, dei prodotti chimici e delle fibre sintetiche.
Le lavoratrici colpite da forme dermatologiche riconosciute dall’INAIL come malattie professionali, sono diminuite nell’arco degli ultimi 10 anni passando dalla percentuale del 20,4% (110 casi) del 2000 a quella del 12,2% (83 casi) del 2005, a quella del 6,94% (64 casi) del 2009. L’incidenza delle dermatiti a carico delle donne lavoratrici è quindi in netto e progressivo calo e la frequenza dei casi occupa il terzo posto fra le malattie professionali, dopo quelle muscolo-scheletriche e la sindrome del tunnel carpale.
Invece, il numero dei lavoratori maschi affetti da problemi della pelle, dopo un leggero aumento del 2005 (151 casi rispetto ai 144 casi riconosciuti del 2000), è diminuito fino a toccare gli 80 casi del 2009, anno in cui ha coperto l’ottavo posto della graduatoria INAIL (nel 2005 era al quarto posto),
Le principali patologie dermatologiche si manifestano per lo più come malattie papulo- squamose (dermatite atopica, dermatite da contatto, dermatite seborroica) e come infezioni della pelle da batteri, virus e parassiti.
E’ diffusa l’opinione che in molti casi le dermatiti si acutizzino in situazioni di stress perché si pensa che gli ormoni dello stress stimolino ulteriormente la risposta immunitaria all’irritazione della pelle.