Nella gestione delle strutture ospedaliere ci si trova sempre più a dover agire su diversi fronti, perché:
- è indispensabile la messa in sicurezza, secondo i requisiti imposti da nuove normative e norme tecniche in materia di sicurezza;
- occorre dar corso all’ammodernamento logistico – funzionale – impiantistico allo scopo di rispondere ai criteri di qualità imposti dalle disposizioni di legge per l’assistenza sanitaria in funzione dell’accreditamento delle strutture stesse;
- occorre fornire un servizio di qualità, sicuro ed erogabile costantemente.
Il terzo fascicolo della Sicurezza in ospedale, edizione 2012, fra i diversi strumenti di valutazione e gestione del rischio, si occupa dello specifico antincendio.
Fatto osservare che, fin dagli anni ’80, si è assistito a un incremento del numero di incendi negli ospedali, si è individuata l’origine del fenomeno, che è dovuto “a diversi fattori, tra i quali l’introduzione di nuove apparecchiature diagnostiche che richiedono ingenti quantitativi di energia elettrica (TAC, ecografia, RMN, PET, etc.), all’utilizzo di nuovi dispositivi che permettono di mantenere in vita i malati di reparti specialistici come la terapia intensiva o rianimazione (respiratori automatici, apparecchiature per emodialisi, sistemi di monitoraggio in continuo, etc.), all’utilizzo di sempre più innovative tecnologie di intervento da parte dei chirurghi di sala operatoria”.
Le principali cause degli incendi sono state ricondotte a:
- malfunzionamenti di apparecchiature o impianti elettrici;
- uso improprio di mozziconi di sigaretta e di fiammiferi;
- surriscaldamento di motori e macchine;
- presenza di liquidi infiammabili, ossigeno, gas anestetici;
- incendi nelle cucine;
- incendi dolosi.
Da qui la necessità di fare particolare attenzione alla corretta installazione e manutenzione dell’impianto elettrico, all’uso proprio di tutte le apparecchiature elettriche e/o elettromedicali ma anche ai divieti di fumo, alla gestione di manutenzioni o lavorazioni che prevedono l’uso di fiamme libere, all’acquisto di materiali con bassa reattività al fuoco ed al controllo e manutenzione di tutte le macchine.
A causa dei particolari fattori caratteristici dell’attività di ricovero e cura (si pensi solo alla configurazione architettonica degli edifici, alla con-presenza di edifici nuovi ed edifici storici, alla presenza di elevato rischio tecnologico per l’impiego degli impianti, alle diverse tipologie di persone presenti negli ambienti, alle condizioni psico-fisiche dei pazienti, al ciclo di lavoro continuo), “il datore di lavoro di una struttura ospedaliera dovrebbe in primo luogo prevenire l’insorgenza di qualsiasi tipo di emergenza, poi installare e mantenere efficienti ed efficaci misure di protezione ed infine pianificare ed attuare misure di gestione delle emergenze”.
Nel Fascicolo sono riportati questi tre esempi di incendio negli ospedali, con conseguenze disastrose.
Istituto ortopedico Galeazzi Milano – 31 ottobre 1997.
Camera iperbarica: presenti 10 pazienti ed 1 infermiere.
Vittime: 11 persone (tutti i presenti all’interno della camera iperbarica).
Origine: un paziente che ha introdotto uno scaldino per le mani.
Carenze riscontrate: l’impianto di spegnimento automatico posto all’interno della camera iperbarica privo di alimentazione idrica, assenza del tecnico preposto alla consolle di controllo, anomalie nella concentrazione ossigeno e pressione interna dovute a malfunzionamento impianto di regolazione, inadeguata formazione dei pazienti, superficiale ispezione sui pazienti prima dell’ingresso nella camera iperbarica.
Residenza sanitaria psichiatrica di San Gregorio Magno (Sa) – 16 dicembre 2001.
Presidio di 32 posti letto (presenti 28 pazienti e 3 infermieri).
Vittime: 19.
Origine: nel locale infermiere a mezzanotte circa per probabile sovraccarico elettrico.
Carenze riscontrate: presenza di materiale altamente combustibile (vetroresina, linoleum, arredi), idranti dislocati lungo il perimetro della struttura privi di alimentazione idrica, mancato utilizzo di telefono fisso per segnalazione e assenza di segnale per cellulari, Vigili del Fuoco a 40 km, nessun allarme efficace (le vittime forse sotto sedativi furono trovate nei propri letti o nelle vicinanze), mancanza di certificato di prevenzione incendi.
Ospedale di Calcutta (India) – 16 dicembre 2011.
Presidio: 160 persone presenti tra personale e pazienti.
Vittime: 93.
Origine: deposito di materiale combustibile nei sotterranei.
Carenze riscontrate: incendio scoppiato per cause ancora da accertare alle 3 del mattino, è partito dai sotterranei dell’ospedale e si è propagato rapidamente verso i piani superiori dell’edificio, privo di impianto di rivelazione, accumulo di materiale combustibile.
Continua mercoledì 12 giugno: strategie controlli e partecipazione.
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