Sul problema degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali Inail e Aiss (associazione internazionale di sicurezza sociale) hanno organizzato negli ultimi anni una serie di seminari durante i quali sono state analizzate alcune tematiche come “l’attività di ricerca e di prevenzione, di riabilitazione e di reinserimento (dell’infortunato), del collegamento con l’assicurazione” e “sono state messe a confronto storie, soluzioni e esperienze di alcuni Paesi europei, compresa l’Italia”.
L’Inail ne ha dato conto pubblicando gli estratti degli incontri (Quaderni CIV, 2 Guardare all’Europa e 3. Guardare all’Europa. La prevenzione). Il terzo Quaderno, edito nel 2015, con il titolo Guardare all’Europa, La prevenzione, si riferisce al seminario di Roma, giugno 2015, La prevenzione nei luoghi di lavoro: confronto tra esperienze europee, e confronta i sistemi di prevenzione e di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di Danimarca, Germania, Italia e Regno Unito.
La rubrica L’Esperto risponde ospiterà alcuni stralci del volume, quali ci sono sembrati significativi rispetto all’obiettivo assunto dall’Inail (…Il seminario… vuole avviare un processo di studio pratico – da tenere attivo nel tempo – sulle politiche di prevenzione).
I sistemi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Quaderno analizza i sistemi vigenti nei diversi Paesi, e anche la loro evoluzione storica in stretta correlazione con l’evoluzione, in ciascun Paese, del sistema di welfare.
“È nel Regno Unito, nel 1802, che viene approvata la prima norma in materia di salute e sicurezza sul lavoro; in Germania e in Italia i primi provvedimenti normativi risalgono, rispettivamente, al 1884 e al 1898; quelli danesi datano 1913”. “L’architettura del Regno Unito e quella della Danimarca sono il risultato delle dinamiche sociali della metà degli anni ’70; per il Regno Unito l’“Act” di riferimento data 1974, quello della Danimarca è stato adottato nel 1975”.
In Italia e in Germania sono le direttive europee a spingere per rinnovare la normativa degli anni ’60 e ’70: in particolare è l’adozione degli orientamenti della direttiva 391 del 1989 che costituisce il presupposto per la norma italiana del 1994 (decreto legislativo n. 626/1994) e per quelle che adotta la Germania nel 1996”.
Si evidenzia che i principî fondamentali in materia di salute e sicurezza sul lavoro abbiano radici nelle Carte costituzionali delle moderne democrazie che regolano la vita sociale, sia che queste regole siano scritte, come in Danimarca, Germania e Italia, sia che esse siano “non scritte”, com’è il caso del Regno Unito.
“Germania e Italia presentano “grande omogeneità” nel riordinare le norme ordinarie che nel tempo si sono sedimentate, essendo inserita tra i principî costituzionali di entrambi i Paesi la tutela dell’integrità psicofisica delle persone che lavorano e le garanzie da fornire in caso di infortunio o malattia professionale”.
Dal punto di vista della titolarità a legiferare, essa è attribuita al “legislatore centrale in Danimarca e nel Regno Unito (fatta salva la specificità dell’Irlanda del Nord), mentre in Germania e Italia è riconosciuta in forma concorrente tra il legislatore entrale e quello territoriale”. Il volume dell’Inail sottolinea che l’esperienza italiana in merito all’attribuzione al “legislatore regionale è motivo di riesame e nel percorso di riforma costituzionale in corso la materia sarà oggetto di modifica con la riconduzione all’esclusiva competenza in materia al legislatore nazionale”. “Il modello istituzionale tedesco attribuisce il ruolo ai Länder e, analogamente, alle Assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali che risultano articolate per Länder e per settori merceologici. L’omogeneità di fatto è garantita, per quanto riguarda gli aspetti assicurativi, da un forte ruolo di coordinamento della Federazione centrale, la Dguv”.
Info: Inail Quaderni del Civ, 3 Guardare all’Europa – La prevenzione
Continua giovedì 3 marzo 2016: differenze quattro Paesi