In un precedente intervento di questa serie sulla sicurezza negli ospedali che oggi si conclude, ci si è riferiti al D.M. 18 settembre 2002, la Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private.
Il Titolo II della Regola si applica alle strutture di nuova costruzione che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno.
Il Titolo III si applica alle strutture esistenti che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno.
Il Titolo IV si applica a:
- strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio, sia esistenti che di nuova costruzione;
- strutture, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni a ciclo diurno in regime di ricovero ospedaliero e/o residenziale, sia esistenti che di nuova costruzione;
- strutture esistenti, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo.
All’interno degli ospedali nuovi o esistenti – si legge nella Pubblicazione del’INAIL sugli ospedali sicuri, edizione 2012 – è indispensabile anche suddividere e classificare le diverse aree operative secondo questo criterio:
- Tipo A: impianti e locali tecnologici (locali caldaia, gruppi elettrogeni, impianto di climatizzazione, impianto gas medicali, garage, ecc.);
- Tipo B: aree a rischio specifico accessibili al solo personale dipendente (laboratorio analisi, radiologia, radioterapia, lavanderia, sterilizzazioni, inceneritori, ecc.);
- Tipo C: aree ambulatoriali senza ricovero;
- Tipo D: aree ospedaliere, residenziali e speciali (terapia intensiva, sala operatoria, rianimazione, isolamento, ecc);
- Tipo E: spazi non propriamente sanitari ma pertinenti a strutture sanitarie (uffici, convitti professionali, sale di attesa ecc.)
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