ROMA – La statistica può aiutare a capire il fenomeno degli incidenti sul lavoro. In questa prospettiva Eurostat, Ufficio Statistico delle Comunità Europee, ha pubblicato di recente il quadro statistico 1999-2007 della salute e sicurezza sul lavoro. Questo report raccoglie e analizza dati provenienti da diverse ricerche e database europei tra cui la LFS, Labour Force Survey, Ricerca sulla Forza Lavoro (dati tratti dallo specifico modulo dedicato alla salute e sicurezza sul lavoro), l’ESAV, statistica europea sugli incidenti sul lavoro, l’EODS, la statistica europea delle malattie professionali, l’EWCS, ricerca europea sulle condizioni di lavoro, e l’ESENER, Ricerca europea sui rischi emergenti. Il report si apre con una descrizione di alcuni aspetti importanti del mondo del lavoro in Europa per poi presentare i dati che riguardano gli incidenti sul lavoro, i problemi di salute legati all’attività lavorativa, le malattie professionali, e i fattori di rischio sul lavoro.
Caratteristiche della forza lavoro in Europa
Il tasso di occupazione è cresciuto in Europa dal 61,8% nel 1999 al 65,4 % nel 2007.
In particolare si registra un aumento della popolazione femminile occupata, si restringe quindi lo scarto tra uomini e donne.Riguardo l’età delle persone impiegate è aumentato il t asso di occupazione per persone più grandi, specialmente donne, ma il tasso di giovani maschi occupati è rimasto stabile.
I flussi migratori mostrano che i cittadini dell’Europa 27 sono diventati più mobili e si spostano di più all’interno della comunità. Allo stesso tempo l’Europa rimane una meta attraente per gli extra-comunitari.
Importante sottolineare poi l’aumento sensibile di impiegati in professioni non manuali altamente specializzate e la decrescita dei lavori manuali altamente specializzati.
E’ aumentato il numero di lavoratori nel terziario ed è diminuita la forza lavoro impiegata nell’industria e nell’agricoltura.
Incidenti sul lavoro
Nel 2007 il 3,2% della popolazione impiegata ha subito un incidente. Questo corrisponde a circa 6.900.000 lavoratori. Tra questi il 2,9% ha subito danni che hanno comportato un’assenza dal lavoro maggiore di tre giorni. Nel 2007 in Europa i decessi dovuti a incidenti mortali sul lavoro sono stati 5580.Le categorie più colpite sono lavoratori giovani di sesso maschile e con un basso livello di istruzione. Per quanto riguarda le tipologie di lavoro, i lavoratori più colpiti da incidenti sul lavoro sono gli operai altamente specializzati, i lavoratori nel campo dell’edilizia, nel manifatturiero e nell’agricoltura. Il 70% circa degli incidenti non mortali sono stati causati da perdita di controllo, cadute, carichi in movimento. I danni più comuni sono ferite lievi, graffi, contusioni, distorsioni e strappi muscolari.
Negli incidenti mortali si rilevano ferite e danni multipli. Il 73% dei permessi per malattia del 2007 sono stati di un giorno, il 22% per assenze fino ad un mese. Lavoratori uomini hanno preso più permessi per malattia che le lavoratrici donne. I permessi per malattie prolungate sono stati presi maggiormente da lavoratori più anziani.
Il numero totale di permessi per malattia ammonta a circa 83 milioni di giorni solari nel 2007. In Europa 15 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia ) il numero di incidenti non fatali che implicano più di tre giorni di assenza sono calati dal 4% nel 1999 al 2,9% nel 2007. Anche il numero di incidenti fatali è diminuito da 5275 persone nel 1999 a 3580 persone nel 2007.
La diminuzione di incidenti si è registrata per lavoratori di età compresa tra i 24 e i 65 anni mentre si registra un aumento degli incidenti nei lavoratori più giovani con età compresa tra i 15 e i 24 anni.
Malattie professionali
Nell’Unità Europea l’8,6% dei lavoratori con età compresa tra 15 e 64 anni ha accusato problemi di salute correlati al lavoro. Questo corrisponde a circa 23 milioni di persone di cui il 2,1% ha denunciato di soffrire di più problemi di salute. Il problema di salute più frequente riguarda disturbi all’apparato muscolo-scheletrico (60% dei casi) seguito da sindrome da stress, ansia e depressione per il 14% dei casi.
I problemi di salute legati al lavoro aumentano con l’aumentare dell’età. Si registra anche un incidenza maggiore tra i lavoratori con un basso livello d’istruzione. Questi denunciano di soffrire maggiormente di disturbi all’apparato muscolo scheletrico mentre lavoratori con un livello più alto di istruzione denunciano di soffrire di stress, depressione e ansia. Problemi di salute sono registrati più spesso nel settore dell’agricoltura e del minerario. Per le donne problemi di salute sono spesso riportati anche dalle lavoratrici nel campo della salute e dell’assistenza sociale. I permessi di lavoro per problemi di salute ammontano a più di 367 milioni di giorni solari, lavorativi e non. Il numero dei problemi di salute è in aumento per tutte le categorie ed età di lavoratori, sia maschi che femmine. Si va dal 4,7% registrato nel 1999 al 7,1% del 2007 (dati relativi a nove stati europei). Le malattie professionali colpiscono maggiormente gli uomini impiegati nel campo manifatturiero e edile. Le donne che contraggono malattie professionali sono impiegate nel settore del commercio e nel campo della salute e dell’assistenza sociale.
Esposizione ai fattori di rischio
Il 41% dei lavoratori denuncia di essere stato esposto a rischi che possono causare danni fisici. Questo corrisponde a circa 81 milioni di lavoratori. La maggior parte dei lavoratori hanno dichiarato che i rischi cui sono stati esposti più spesso e più a lungo sono: posizioni scomode, faticose e dolorose per lavorare, trasporto e movimentazione di carichi pesanti. Meno frequente l’esposizione a rumore, vibrazioni, fumo, esalazioni, polveri e agenti chimici. La grande maggioranza dei lavoratori individua nei ritmi lavorativi troppo sostenuti e nel sovraccarico lavorativo i principali fattori di rischio per il benessere psicofisico. Gli uomini più che le donne sono esposti a rischi per l’incolumità fisica mentre non si registra differenza tra uomini e donne per l’esposizione al rischio stress lavoro correlato. L’esposizione a l rischio ergonomico, biologico e chimico è lievemente diminuito tra il 1995 e il 2005 mentre nello stesso periodo si è registrato un forte aumento di esposizione a ritmi di lavoro con scadenze serrate e ritmi troppo sostenuti.