PALERMO – In Sicilia calano gli occupati, ma la crisi non tocca gli incidenti e i morti sul lavoro che – stando ai dati ufficiali forniti dall’Inail relativi al 2008 – continuano ad essere nell’isola eccezionalmente elevati. Per capire la situazione basta un unico e allarmante dato: il 40 per cento degli infortuni che avvengono in Italia sono registrati sull’Isola.
Nel 2008 se ne sono infatti registrati più di 35.500, dei quali 30.000 nel settore dell’industria e percentuali decisamente minori tra i lavoratori agricoli e gli statali. Eppure di fronte ad un quadro così preoccupante, i cui dati peraltro si riferiscono esclusivamente al lavoro regolare e non a quanti sono occupati nel lavoro nero, in Sicilia ci sarebbe una forte mancanza di ispettori del lavoro. A denunciarlo qualche giorno fa è stato Antonio Leonardi, direttore del Servizio Tutela Salute e Sicurezza della Regione.
La situazioni sull’Isola appare dunque piuttosto difficile, da una parte preme il calo dell’occupazione, che generalmente si accompagna ad un aumento del lavoro nero, a maggiore precarietà dell’impiego e conseguente minore formazione, dall’altra coloro che anche sono occupati regolarmente – perché solo questi sono considerati nei dati Inail – subiscono un numero sempre maggiore di incidenti.
I dati relativi al 2008 evidenziano delle differenze da provincia a provincia, il numero maggior di infortuni, quasi 8.000, è avvenuto nella provincia di Palermo ma a preoccupare particolarmente è la provincia di Catania, dove il numero degli infortuni è di poco superiore a 7.000, secondo dopo il capoluogo di regione, ma che è prima per numero di morti, ben 23 contro i 9 di Palermo, gli 11 di Messina e Ragusa, i 7 di Trapani e Agrigento, i 4 di Caltanissetta, i 3 di Siracusa e, in ultimo la provincia di Enna dove si è registrato un solo caso mortale.
In aumento rispetto all’anno precedente anche le denunce per le malattie professionali: i dati del 2008 parlano di 1.010 denunce contro le 976 denunce dell’anno precedente e dunque di un aumento superiore al 3&, che però potrebbe star a significare semplicemente una maggiore attenzione e consapevolezza dei lavoratori su questa tematica piuttosto che un amento del rischio, anche perché questo dato appare in linea con quello nazionale.
A fronte di questa situazione la Regione Sicilia ha recentemente varato un Piano regionale per la sicurezza stanziando più di 3 milioni e mezzo di euro per tre anni che dovrebbero essere utilizzati soprattutto per aumentare la vigilanza, e si spera dunque anche il numero di ispettori del lavoro, e le iniziative di prevenzione.