ROMA – Aumentano costantemente in Italia le denunce per malattie professionali e, secondo i dati dell’Inail, si tratta di un aumento a due cifre, il 15.7 per cento in più nel 2009 rispetto al 2008.
Secondo l’Inail questa crescita deriverebbe in buona parte da una maggiore consapevolezza dei lavoratori. Ma forse, nonostante la crescita, ci sono ancora molti casi che rimangono nell’ombra, dovuti più alla disattenzione della classe medica che non ad una manchevolezza dei lavoratori stessi.
A sostenere con forza questa ipotesi, riscontrando una scarsa attenzione da parte dei medici di fiducia dei lavoratori, è la Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale (Simlii), secondo cui le malattie professionali godrebbero ancora oggi di un’attenzione scarsa da parte della classe medica.
Tale convincimento è emerso nel corso del 73° congresso nazionale della Simlii tenutosi a Roma dal 1 al 4 dicembre scorso. Di questo problema si è fatto portavoce il professor Francesco Tomei, ordinario di Medicina del lavoro all’università La Sapienza, che ha detto chiaramente che “le malattie professionali sono malattie invisibili, perché è frequente, anzi spesso prassi consolidata dei medici, non chiedere ai loro pazienti notizie sulle cause lavorative che possono aver determinato la malattia, con conseguenti difficoltà di diagnosi e impossibilità di prevenzione“.
Le denunce per malattia professionale, dunque, non rappresenterebbero ancora la totalità delle malattie professionali effettivamente esistenti, e questo anche se i dati dell’Inail mostrano che, in ogni caso, la tendenza è ad un progressivo aumento.
La classe che fa registrare una maggiore crescita è quella che riguarda il sovraccarico bio-meccanico, in poche parole tutte quelle malattie che derivano da uno sforzo di tipo fisico. Si tratta, in massima parte, di patologie dell’apparato muscolo- scheletrico, che costituiscono più del 50 per cento delle malattie professionali denunciate nell’ultimo anno (17.600 su 34.646). Proprio in questa classe le denunce sono aumentate del 36 per cento rispetto all’anno precedente e raddoppiate se si raffrontano gli ultimi dati a disposizione con quelli del 2005.
L’aumento di questo tipo di malattia professionali, però, potrebbe anche essere legato ad un altro fattore: nelle nuove tabelle delle malattie professionali le patologie da sovraccarico bio – meccanico non richiedono più, nei fatti, la dimostrazione del nesso di causalità con l’attività lavorativa svolta e questo potrebbe rendere più semplice la denuncia di questa tipologia di malattia più che di altre.