BARI – Buone notizie dalla Puglia: secondo i dati in possesso dell’Inail e riferiti al 2009 la percentuale di infortuni sarebbe infatti diminuita dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. La cifra assoluta supera i 36.000 casi, che certo non è poco e non autorizza a stare troppo allegri, ma è comunque un buon segno se paragonato al 2008 quando se ne erano contati quasi 40 mila.
La Provincia capoluogo di Regione, Bari, è quella che sta messa peggio: si distingue su tutte le altre facendo contare ben 15mila casi mentre le altre si assestano tra i 4.000 e i 7.000 ciascuna.
Il maggior numero di incidenti su registra nell’industria seguita dall’agricoltura mentre il settore dei dipendenti statali rimane minoritario anche se mostra una tendenza alla crescita. Se nel 2008 gli statali ad aver denunciato un infortunio erano stati 2.214 nel 2009 se ne sono contati 2.294. Stando poi alle statistiche dell’Inail si evidenzia come ad infortunarsi di più solo coloro che sono più giovani o comunque meno esperti, con un picco di infortuni tra i 30 e i 35 anni. E magari proprio in questi casi si tratta di persone nel pieno della propria vita familiare. Proprio su questo si è concentrato, in occasione della presentazione dei dati, il commento di Giuseppe Cedola presidente dell’ANMIL della provincia di Foggia che ha voluto interpretare questi dati alla luce della particolare situazione del sud, dove spesso le famiglie si reggono sul lavoro di una persona sola.
“Quasi sempre colui che subisce un infortunio coincide con il capofamiglia – ha detto Cedola – immaginate il dramma di quel nucleo che oltre alla disgrazia dal punto di vista emotivo vede perso o ridotto il reddito principale. Da oltre 10 anni la nostra associazione chiede che anche gli orfani e le vedove rientrino tra le categorie protette per le quali si prevedono agevolazioni nel collocamento al lavoro ma, purtroppo, fino ad oggi questa nostra richiesta non è stata accolta”.