FIRENZE – Pubblicato dalla Regione Toscana “Toscana RLS” bollettino dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), rivolto a tutti i soggetti della prevenzione” della Toscana.
La pubblicazione è solo uno tassello del vasto progetto promosso dalla Regione di costituire la Rete regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, progetto nato con l’obiettivo di sostenere e mettere in rete questa figura offrendo agli RLS toscani momenti di confronto e interventi informativi che vanno ad integrare quelli cui il datore di lavoro deve provvedere.
Così come lo definisce Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della regione toscana “L’RLS è colui che lavoratore tra gli altri, non solo conosce il processo produttivo e le problematiche di sicurezza connesse, ma è anche in grado di far passare con più facilità messaggi di prevenzione. Può essere, insomma, un’importante risorsa per tutti. Ma la sua azione sarà tanto più efficace quanto più sarà in grado (e messo in grado dall’azienda) di portare avanti una comunicazione costruttiva con i colleghi di lavoro e con le diverse figure della prevenzione aziendale”.
Per questo quindi oltre ad avere organizzato interventi di formazione in tutta la regione ha provveduto anche alla pubblicazione di questo periodico in cui tematiche di attualità per la sicurezza sul lavoro vengono affrontate con chiarezza e semplicità dai protagonisti della prevenzione con una particolare attenzione ai contributi delle Ausl.
L’ultimo numero, in venti pagine, fornisce aggiornamenti sulle iniziative regionali in atto e in programma per la prevenzione e protezione sul luogo di lavoro, ospita i comunicati di tutte i servizi di prevenzione territoriali che fanno capo alle aziende usl della Toscana e dedica interessanti pagine per approfondire con un Dossier il tema della Salute e Sicurezza nel comparto dei servizi di pulizia e disinfestazione e nell’assistenza sociale.
Il comparto dei servizi è un comparto difficile da analizzare in quanto composto da una miriade di attività lavorative diverse. E’ un comparto multiforme ed articolato cui fanno capo professioni che vanno dall’assistenza domiciliare, ai servizi di facchinaggio, alle imprese di pulizie e disinfestazione. Attività molto diverse per rischi cui sono esposte.
Per questo gli autori del Dossier, Marta Dei e Francesca Tosti , del Dipartimento di Prevenzione Usl 7 Siena e Alberto Baldasseroni e Giulia Lambrano, del CeRIMP (Centro Regionale Infortuni Malattie Professionali e da Lavoro) hanno deciso di operare delle scelte e di accorpare nell’analisi solo due tipologie appartenenti al comparto che hanno mostrato una forte analogia per quanto riguarda l’andamento degli infortuni sul luogo di lavoro: i servizi di pulizia e l’assistenza sociale.
Cosa avviene per quanto riguarda gli infortuni in questi settori?Analizzando i dati Inail relativi agli infortuni riconosciuti nel quinquennio 2004-2008, esclusi gli infortuni in itinere, i ricercatori hanno rilevato 11.062 infortuni (7150 nel settore delle pulizie) di cui il 94% circa hanno comportato invalidità temporanea e circa il 6% una invalidità permanente. Nei due settori in cinque anni sono occorsi 4 infortuni mortali, di cui uno stradale.
Il tipo di lesione più comune riguarda gli arti, la mano, e a seguire, piede e/o caviglia e colonna vertebrale. I danni registrati sono lussazioni, distorsioni, contusioni, lesioni da sforzo e fratture.
Gli infortuni in questi settori coinvolgono per il 60% lavoratrici donne, dato spiegato dall’alta presenza di personale femminile in questi comparti. Circa il 10% del lavoratori colpiti da infortuni è di origine straniera, con una particolare ricorrenza di lavoratori che vengono dalla Romania e dal Perù.
La distribuzione degli infortuni nell’arco della giornata e dell’anno è anche simile. L’ora in cui è più pericoloso lavorare è la prima ora del turno. La quasi totalità degli incidenti avviene entro le prime tre ore.
Cosa si deduce da questi dati? Come è possibile migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e ridurre questi rischi?
- L’elevato numero di ferite alla mano e di lesioni agli arti fa presupporre un mancato e/o errato utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Compito del RLS vigilare che i lavoratori abbiano tutto quello che gli occorre per proteggere la loro incolumità;
- l’alta incidenza di lussazioni e distorsioni fanno ipotizzare che molti infortuni siano avvenuti per caduta; probabilmente degli interventi migliorativi possono essere fatti sulla disposizione del luogo di lavoro e azioni di prevenzione si possono indirizzare a mettere in guardia i lavoratori dai rischi da caduta;
- i danni alla colonna vertebrale e la necessità in queste attività di operare spesso movimentazioni manuali di carichi suggeriscono la necessità di migliorare specifici interventi di prevenzione e di formazione all’utilizzo di attrezzature e ausili.