PALERMO – È solo una questione di giorni, a partire dal primo maggio, infatti – e in coincidenza con la festa dei lavoratori – sarà attivato a Palermo uno sportello di denuncia sulla sicurezza del lavoro e contro le morti bianche. A mettere in atto questa iniziativa sono stati, congiuntamente, la Filca Cisl – la federazione del sindacato confederale che si occupa di costruzioni ed affini, insieme all’Associazione Libera, nota in particolare per il suo impegno a favore della legalità e contro le mafie e l’usura. Lo slogan di questa nuova iniziativa che si appresta a partire, come spiega Salvatore Scelfo, segretario generale della Filca Cisl di Palermo è ‘Lavorare per vivere’, un motto che potrebbe solo in apparenza sembrare scontato, soprattutto in una repubblica che si dice fondata sul lavoro, ma che non può che richiamare alla mente le tante persone, uomini e donne, che per vivere muoiono di e sul lavoro. “Non si possono dimenticare – dice Scelfo – le tante famiglie che vengono colpite dalle morti o dai gravi infortuni sul lavoro, famiglie dove viene a mancare un componente, sia a livello affettivo che a livello di reddito. Padri e mariti che non tornano più a casa perché morti mentre cercavano, spesso in condizioni di precarietà di sicurezza, di dare un futuro alla propria famiglia”.
Allo sportello denunce i lavoratori potranno far presenti situazioni di irregolarità e pericolo e, cosa particolarmente importante, sarà garantito loro, se vorranno, l’anonimato: non dovranno così temere, come talvolta accade, che rendere note condizioni di rischio sul lavoro metta in forse la propria occupazione e con questo anche la sopravvivenza economica della propria famiglia, senza parlare poi del rischio di ritorsioni di altro genere.
Lo sportello sarà attivo dal lunedì al venerdì, di mattina dalle 9 alle 13 e anche di pomeriggio dalle 16 alle 19; per contattarlo basterà telefonare al numero di rete fissa 091.331098. Chi però preferisse un contatto faccia a faccia può recarsi nella centralissima sede di Libera a Palermo, in Piazza Castelnuovo 13, che fa parte dei beni confiscati alla mafia.
“Quando la Filca ci ha proposto questa partnership – racconta a Quotidiano Sicurezza Umberto Di Maggio, presidente di Libera Palermo – non potevamo che dire di sì. Per noi questo ha significato estendere ad un ambito nuovo, quello della sicurezza e legalità nei cantieri, un progetto attivo già da un anno che si chiama ‘Sos giustizia’ e che, fino ad ora, ci ha visto impegnati a fornire primo ascolto e assistenza per le denunce alle vittime di vessazioni della mafia o dell’usura”.
Questa iniziativa nata da una idea dalla Cisl Filca di Palermo potrebbe essere, si spera, solo la prima di una serie di collaborazioni di questo tipo. Ci sono infatti tutti i presupposti perché questo progetto possa essere ripreso ed estendersi ben al di là del territorio siciliano, visto che l’associazione Libera è presente con i suoi coordinamenti e presidi in tutte le regioni d’Italia, in 30 Stati europei e anche in America Latina.
“Filca ci ha visto lungo – dice Di Maggio – e se simili proposte di partnership venissero da altri grandi attori sociali saremmo più che lieti di aderire. Noi, infatti, siamo un’associazione e possiamo solo comportarci come tale: dare primo ascolto e prima assistenza, farci carico di segnalare i casi che emergono dalle denunce. Perché questa azione sia veramente efficace è necessario fare queste cose insieme a chi nei temi di sicurezza sul lavoro ha una competenza specifica”. Inail e sindacati, insomma, intendano bene: se vorranno estendere il progetto nato a Palermo a livello nazionale da parte dell’associazione ci sono disponibilità e capacità.
Quelli di Libera poi, a cui certo non manca il coraggio, sono anche loro abituati a guardare lontano. “Il massimo – dice Di Maggio – sarà quando dall’attività di ascolto e supporto in ufficio si potrà passare ad una attività di strada, andando a scovare i casi di insicurezza e irregolarità lì dove si trovano. Potremmo in parte farlo da soli ma avrebbe un senso limitato, farlo con partner forti e specifici avrebbe tutto un altro senso”.