ROMA – Le terme sono luoghi dove prendersi cura di sé, del proprio benessere e della propria salute. Ma cosa succede a coloro che negli impianti termali ci lavorano? A quali rischi sono sottoposti? Come tutelare il loro benessere, la loro salute e sicurezza?
Il lavoro in impianto termale è un lavoro che sottopone a condizioni particolari. Prima di tutto la temperatura e il tasso di umidità sono spesso molto alti negli ambienti di lavoro. La necessità dell’organismo di adattarsi a queste condizioni alterate diventa ancora più gravosa nel periodo invernale per lo sbalzo termico cui l’organismo è sottoposto e nei periodi dell’anno che sono più caldi e umidi.
Ma quali figure lavorano in un impianto termale? Quali le loro mansioni? Quali i rischi?
In questo reparto aziendale lavorano figure con compiti molto diverse suddivisi in addetti alle vasche del fango, alle cure termali e alle piscine termali.
I problemi maggiori si riscontrano tra gli addetti alle vasche di fango e alle cure termali dove lavorano: porta fango, fanghini, massoterapisti e addetti alle cure inalatorie e irrigazioni; tra questi i più esposti sono i portafango.
Gli addetti al trasporto del fango per le cure termali sono esposti a una molteplicità di rischi che possono avere conseguenze gravi fino a comprenderne anche la morte.
I rischi che questi addetti corrono sono relativi a:
- caduta in vasca di fango
- movimentazione manuale di carichi
- possibile dermatite da contatto con fango termale
- elettrocuzione derivante dall’uso di macchine alimentate ad energia elettrica in ambienti ad altissima umidità
- schiacciamento da pesanti parti meccaniche, quando lavorano adiuvati da macchine
- scivolamento sui camminamenti umidi tra le vasche
- inalazione di vapori
Per tutte queste ragioni il lavoro del portafango deve essere sottoposto ad attenta tutela. Il porta fango è sottoposto a vigilanza sanitaria e deve indossare appositi dispositivi di sicurezza individuale quali calzature antisdrucciolo e imbracature durante le operazioni di carico e scarico del fango nelle vasche.
Il lavoro in ambiente caldo e umido e in presenza di vapori debilita l’organismo e va quindi regolato con turni di lavoro congrui e adeguati tempi di recupero.
Anche gli altri lavoratori delle aziende termali sono esposti a svariati rischi che vanno dal rischio chimico per gli addetti alle piscine termali che devono trattarne le acque con composti a base di cloro, al rischio biologico che corre il massaggiatore venendo a contatto con liquidi biologici del beneficiario delle cure, alla movimentazione manuale di carichi, i pazienti stessi che il fanghino deve trattare, incorrendo spesso in episodi di vertigine dovuta allo sbalzo pressorio per le variazioni da decubito e per le alte temperature presenti.
Ogni mansione deve essere valutata con estrema attenzione per garantire a tutti condizioni di lavoro sane e sicure.
In questo comparto gli incidenti incorsi tra il 1996 e il 2002 riguardano per la più grande parte cadute, scivolate e inciampi, a seguire gli urti, la movimentazione dei carichi e le ustioni anche chimiche.
Tutti questi sono incidenti evitabili allorquando siano adottate le adeguate misure di sicurezza e utilizzati i necessari dispositivi di protezione individuali.
Per approfondire: Profili di rischio: addetti alle cure termali (a cura di ex ISPESL)