ROMA – Sancito il 7 febbraio in Conferenza Stato-Regioni l’accordo sul documento Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria, realizzato dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro e approvato il 28 novembre 2012.
Il documento, integrando quanto riportato nelle leggi regionali, linee guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento, fornisce al datore di lavoro indicazioni pratiche per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria e per la pianificazione degli interventi di manutenzione.
I contaminanti aerodispersi presenti negli ambienti di lavoro chiusi sono la causa accertata sia di disturbi vari (quali mal di testa, irritazioni, astenia. ecc.) che scompaiono allontanandosi dall’edificio in cui si lavora, sia dell’innesco di patologie che non si risolvono con il semplice allontanamento dall’ambiente di lavoro (vd. ad esempio la possibilità di contrarre legionellosi).
L’articolo 64 del D.Lgs. 81/2008 interviene in merito e sancisce l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere alla regolare manutenzione e pulitura degli impianti di areazione. Al riguardo l’all. IV Requisiti dei luoghi di lavoro cita: “gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente”.
La Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria approvata in Conferenza Stato-Regioni si applica a “tutti gli impianti di trattamento dell’aria, a servizio di ambienti di lavoro chiusi, destinati a garantire il benessere termo-igrometrico degli occupanti, la movimentazione e la qualità dell’aria. Gli impianti semplificati dal punto di vista strutturale e funzionale (ad esempio privi di umidificazione) sono interessati dalla procedura solo per le parti di pertinenza.
Sono esclusi gli impianti di regolazione della temperatura senza immissione forzata di aria esterna (ad esempio termoconvettori, condizionatori a parete, stufe) e gli impianti di processo per la realizzazione di particolari lavorazioni industriali”.
Per verificare la persistenza nel tempo della corretta funzionalità degli impianti e per il mantenimento dei requisiti igienici è necessario sottoporli alle necessarie operazioni di pulizia e manutenzione. Queste prevedono una ispezione visiva e se necessaria una ispezione tecnica.
L’ispezione visiva consiste nella valutazione dello stato igienico di alcuni punti critici dell’impianto e della loro funzionalità.
Come per l’ispezione tecnica il responsabile della pianificazione degli interventi di manutenzione è il datore di lavoro o un suo incaricato (RSPP, etc.) che provvede a far eseguire il compito a personale incaricato della manutenzione ordinaria dell’impianto, adeguatamente formato. Solitamente la frequenza delle ispezioni visive consigliata è annuale ma è opportuno stabilirla in base ai risultati delle precedenti ispezioni e in occasione di valutazione dei rischi.
Sono quattro i componenti principali dell’impianto da ispezionare visivamente: l’unita’ di trattamento dell’aria (UTA), i terminali di mandata, le condotte, e le torri di raffreddamento.
L’intervento comprende una serie di azioni tra cui valutare la presenza di sporcizia, detriti, resti di origine vegetale e animale o muffe nelle serrande di presa dell’aria esterna o nei filtri, nelle condotte, nelle torri di raffreddamento e nei terminali di mandata o accertarsi che l’acqua di condensa nella vasca di recupero sia pulita, senza detriti, calcare, sedimenti o evidenti tracce di biofilm.
È bene che gli esiti delle verifiche effettuate durante l’ispezione visiva vengano quindi raccolti per testimoniare dello stato di manutenzione dell’apparato e orientare le scelte di intervento.
Il documento approvato in Conferenza unificata ribadisce quindi la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto e fornisce una check list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.
Se a seguito dell’ispezione visiva non è chiaro il tipo di intervento da effettuare sull’impianto è bene procedere con un’ispezione tecnica. Questa prevede l’esecuzione di campionamenti e/o controlli tecnici sui componenti dell’impianto e comprende ad esempio misurazioni della portata dell’aria in corrispondenza dei terminali di mandata, la misura della polvere sedimentata o la misura delle differenze di pressione dell’aria prime e dopo il passaggio nei filtri. Soprattutto l’ispezione tecnica prevede il monitoraggio microbiologico dell’impianto.
La periodicità per questo tipo di ispezione varia a seconda dei diversi impianti e delle diverse problematiche riscontrate. In alcuni casi la periodicità dei controlli tecnici dell’impianto di areazione è regolata da specifiche leggi regionali.
Il documento, dopo aver illustrato la procedura nelle sue diverse fasi, fornisce al datore di lavoro una serie di strumenti utili alla corretta esecuzione della stessa.
Oltre a un prospetto sulle leggi regionali vigenti in materia viene infatti fornito il modello di registro degli interventi effettuati sull’impianto in cui il datore può registrare in ordine cronologico il tipo di verifica effettuato (ordinaria o straordinaria, ispezione visiva o tecnica), il nome dell’incaricato della manutenzione, la tipologia di intervento (per esempio: sostituzione filtri, ispezione tecnica, sanificazione, altro, etc) e la data del prossimo intervento programmato.
Segue una dettagliata check list per l’ispezione visiva e all’allegato 4 troviamo indicazioni per Analisi microbiologiche ed interventi previsti sulla sezione di umidificazione e sulla torre evaporativa.
L’allegato 5 fornisce indicazioni per il monitoraggio microbiologico dei componenti dell’impianto e in ultimo si fornisce il modello per stilare il rapporto di prova dell’ispezione tecnica.
Quest’ultimo documento, che è da allegare al registro degli interventi di manutenzione, è composto da tabelle relative ad ogni tipo di controllo tecnico effettuato, per esempio per il monitoraggio microbiologico dell’acqua della torre di raffreddamento o dell’acqua circolante delle sezioni di umidificazione di tipo adiabatico o per la misurazione della portata dell’aria a monte e a valle delle batterie di scambio termico e altri.
Ogni tabella è composta da colonne dove registrare dettagliatamente tutti i dati rilevati e colonne che riportano i limiti di legge (per es. limiti di contaminazione batterica). Il rapporto dell’ispezione tecnica riporta inoltre indicazioni sull’esecuzione di interventi di sanificazione/manutenzione e sostituzione di parti dell’impianto.
Completano la procedura di valutazione una bibliografia e una panoramica sulla normativa di riferimento.
Per approfondire: Valutazione e gestione drischi correlati igiene impianti trattamento aria.