MILANO – Con decreto n. 2174 datato 15 marzo 2012 la Direzione generale Sanità della Regione Lombardia ha approvato le “Linee d’indirizzo per la redazione del piano d’emergenza nelle strutture sanitarie” elaborate dal laboratorio “Ruolo del Servizio di Prevenzione e Protezione nel comparto sanità” nel rispetto delle procedure previste dal Piano regionale 2011-13 per la promozione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.
Il documento nasce con l’intento di fornire indicazioni utili al lavoro dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle strutture sanitarie, fornendo quindi una documentazione comune e di riferimento su cui misurarsi e crescere. In particolare si propone l’assunzione di un format comune nella stesura del piano generale d’emergenza PGE. Principali scopi delle linee d’indirizzo sono:
- contenere i livelli di incertezza nella stesura del PGE;
- fornire criteri e metodi omogenei per la gestione dell’emergenza;
- garantire un approccio all’emergenza che tenga in considerazione tutti i rischi;
- favorire la stesura di un documento flessibile fruibile dai molti soggetti coinvolti nella gestione delle emergenze: enti esterni del soccorso, estensori del piano, operatori coinvolti, utenti e degenti;
- promuovere azioni di coordinamento tra strutture sanitarie e enti di soccorso.
Il documento dopo aver enumerato funzioni e responsabilità attribuite dal PGE al datore di lavoro, alla direzione sanitaria, agli operatoti interni e agli enti di soccorso esterni fissa i criteri da adottare per l’elaborazione del piano, classifica i rischi che possono condurre a condizioni emergenziali e delinea in quali sezione deve svilupparsi un modello guida di Piano di emergenza. Per quanto riguarda i rischi, le linee di indirizzo muovono verso la stesura di un PGE completo, che prenda in considerazione tutti i rischi che possono causare emergenza. I rischi che in una struttura sanitaria possono condurre a condizioni emergenziali sono:
- il rischio incendio – le attività sanitarie e ospedaliere sono ritenute ad alto rischio e necessitano di piani dettagliati e redatti tenendo in considerazione la classificazione dei possibili eventi che possono essere causa di incendio per gravità e per tipologia di evoluzione;
- rischio tecnologico – deriva da tutte le installazioni tecnologiche e dagli impianti (elettrico, idrico, distribuzione di gas tecnici e/o medicali);
- rischio naturale – comprende tutti i fenomeni naturali quali alluvioni, terremoti, esondazioni;
- rischio chimico – dovuto alla fuoriuscita di sostanze chimiche pericolose che possono essere causa di esalazioni, esplosioni, incendi, contaminazioni;
- rischio biologico – legato alla possibilità di contaminazione da agenti biologici all’interno della struttura;
- rischio sociale – fattore che dipende dalla situazione sociopolitica in cui è inserita la struttura e al rischio di subire attentati, sabotaggi, atti vandalici, e altro.
Per agevolare la strutturazione del PGE è allegata al documento una tabella esplicativa delle tipologie di rischio e delle modalità comportamentali conseguenti che illustra per ogni scenario di emergenza gli sviluppi che ci si possono attendere e le misure d’intervento per contenere e fronteggiare l’evento stesso.
Il documento enumera in ultimo le sezioni in cui è necessario si sviluppi un PGE:
- “descrizione dell’azienda/struttura;
- contenuti del Piano d’emergenza;
- misure di prevenzione;
- informazione, formazione e addestramento;
- gestione dell’emergenza;
- gestione del post emergenza.
Nell’allegato 2 infine si fornisce una check di controllo per un migliore organizzazione delle informazioni
Per approfondire: Linee d’indirizzo per la redazione delle emergenze nelle strutture sanitarie (PDF).