ROMA – Pubblicato dall’UNI, Ente nazionale italiano di unificazione, il rapporto tecnico 11450 Valutazione dell’esposizione al rumore nei luoghi di lavoro per lavoratori che utilizzano sorgenti sonore situate in prossimità dell’orecchio.
Il documento, che affronta i rischi di categorie di lavoratori quali gli operatori di call center, è stato redatto dal dipartimento Igiene del lavoro dell’INAIL e riunisce tre precedenti metodi di misurazione internazionali (gli UNI EN ISO 11904, 1 e 2, e l’ETSIEG 202 518 V1.1.1).
Sulla base dell’attuale documento, ai sensi dall’articolo 198 del D.lgs 81/2008, saranno elaborate in seno alla Conferenza Stato Regioni, le future linee guida in materia di prevenzione.
Sono molteplici i rischi ai quali i lavoratori come gli operatori di call center sono esposti. Tra questi figurano l’affollamento dei luoghi di lavoro, condizioni sfavorevoli di microclima e illuminazione inadeguata. Da porre particolarmente sotto osservazione sonon le condizioni ergonomiche: spazi ristretti, postazioni non a norma e non personalizzate sulle quali ogni giorno lavorano persone diverse di cui sono ignorate le differenti dimensioni e le conseguenti necessità di postura.
Il rischio più evidente è a carico dell’apparato fonatorio e all’apparato uditivo a causa dello stress acustico provocato dal lavoro in open space di centinaia di persone che parlano dovendo necessariamente innalzare il tono di voce per contrastare il volume del rumore di fondo.
A peggiorare i livelli di pressione sonora in cuffia possono poi intervenire anche impulsi, scariche e disturbi elettrici o risonanze di elevata intensità e imprevedibilità causati dal tipo di dispositivo, dal modo in cui esso è accoppiato all’orecchio o alla possibilità di regolare il volume della conversazione. Choc acustici di questo tipo possono danneggiare in modo anche permanente l’apparato muscolo-legamentoso e neurosensoriale dell’orecchio.
Il livello medio di esposizione sonora degli operatori dei call center è stato stimato (dati INAIL) intorno agli 80 decibel ponderati A (dB(A)), un livello di esposizione al rumore che l’articolo 189 del dlgs 81/2008 considera già “a rischio”. L’esposizione è risultata ancora maggiore per il 20% degli addetti.
Sono 80mila gli operatori di call center impiegati nei servizi all’utenza da parte di banche, assicurazioni, poste, servizi pubblici, cui si sommano più di 200.000 soggetti impegnati nel settore della telefonia e rappresentano una categoria di lavoratori in forte espansione. Categoria alla quale è possibile sommare altre figure lavorative sottoposte alle stesse condizioni di lavoro in quanto utilizzano sorgenti sonore attive in prossimità dell’orecchio: i piloti civili e militari che usano cuffie ricetrasmittenti, i dj o gli operatori addetti alle trasmissioni radio.
Info: udito call center, ricerca INAIL UNI.