BRUXELLES – La Confederazione Europea dei Sindacati, ETUC, ha adottato una seconda risoluzione sui nano materiali e sulle nanotecnologie per continuare a chiedere maggiori tutele e totale protezione dei lavoratori esposti ai nano materiali in tutti i settori.
L’ETUC si è impegnato in questa battaglia fin dal 2008. I sindacati europei uniti da allora esprimono forte preoccupazione sulla scarsa attenzione che viene riservata agli aspetti sociali ed etici collegati all’immissione di nano materiali sul mercato.
Sono tuttora sconosciuti gli effetti delle nanoparticelle sull’organismo umano e non si può può sottovalutare l’eventualità che l’immissione nel nostro corpo possa modificare il nostro stato di salute e far insorgere patologie per cui non avremmo a disposizione alcuna cura.
Per questo l’Etuc ribadisce che bisogna appellarsi al principio di precauzione, principio che va preso in considerazione quando si ha a che fare con una valutazione dei rischi incerta. Applicare il principio vuol dire applicare misure preventive aggiuntive, vuol dire attivare azioni di prevenzione volte a ridurre l’esposizione, a informare preventivamente, a monitorare accuratamente lo stato di salute dei lavoratori esposti i quali devono anche essere debitamente registrati.
Le aziende devono quindi comunque tenere conto del rischio relativo ai nanomateriali nelle loro politiche per la sicurezza e devono altresì continuare a chiedere che siano effettuate ricerche scientifiche per provare i possibili effetti nocivi di queste sostanze. Soprattutto devono assicurare un livello di protezione molto alto ai lavoratori esposti a questo rischio.
Nella versione più radicale il principio di precauzione può diventare il cosiddetto principio “no data no work” e cioè: in mancanza di dati certi nessun lavoratore può essere esposto al rischio. Secondo questo principio quindi i processi di produzione di nano materiali devono quindi svolgersi in sistemi automatici chiusi in cui nessun essere umano può essere esposto.