RICERCHE E STUDI – Nella sezione Ricerca del portale INAIL è disponibile un’interessante scheda informativa, dal titolo Alcol e lavoro, riguardante gli effetti dell’uso di bevande alcoliche su performance lavorativa e infortuni.
Il contributo, curato dalla dott.ssa Benedetta Persechino (dipartimento di Medicina del Lavoro), presenta una descrizione del problema attraverso l’esame dei dati provenienti dalla letteratura esistente.
Sono stati osservati, innanzitutto, i dati relativi ai Piani Sanitari Nazionali riferiti al periodo 2003-2008, dai quali è emerso come l’assunzione di stupefacenti e alcol possa essere, assieme ad altri fattori, all’origine di un infortunio e possa determinare una percentuale più alta di comportamenti pericolosi (lavorare in uno stato psico-fisico non idoneo).
Sono state considerate, quindi, le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’International Labour Office (ILO), secondo le quali la percentuale degli incidenti provocati dall’uso di alcol è compresa tra il 4 e il 20% degli infortuni totali.
Nell’ambito di studi effettuati negli Stati Uniti, invece, è stato riscontrato l’uso di alcol in una percentuale pari al 9,4% degli infortuni mortali sul lavoro (a eccezione di quelli stradali).
Le evidenze scientifiche passate in rassegna, inoltre, hanno consentito di individuare alcuni settori nei quali il tasso di infortuni mortali dovuti in parte all’alcol è apparso più elevato per: edilizia, trasporti e miniere. Nel comparto edile, in particolare, le principali cause di morte per incidenti sul lavoro (26,8%) sono state le cadute dall’alto, seguite dall’impiego di mezzi di trasporto. Esiti positivi nei test alcolemici sono stati riscontrati tra il 5 e 20% dei casi e in 5-10 casi su 100 con valori maggiori di 0,8 g/l.
L’autrice sottolinea, a tal proposito, il rischio di eventuali criticità di natura etica che possono scaturire dall’esecuzione dei test sopra citati e per i quali il D.Lgs. 106/2009 considera necessario un riesame (mediante un Accordo Conferenza Stato-Regioni).
Inoltre, nella scheda vengono evidenziate l’entità del danno economico (9-19 bilioni di €/anno) derivante dall’assenteismo dovuto all’alcol e la necessità, espressa nella Comunicazione della Commissione Europea COM (2006) 625, di creare campagne di informazione e/o sensibilizzazione in grado di prevenire il problema riducendone gli effetti negativi sul luogo di lavoro.
Nella parte conclusiva del lavoro, oltre all’elenco delle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro, sono menzionate alcune buone pratiche pubblicate dall’ILO. Le direttive pongono l’accento sulla “ragionevole necessità” di ricorrere ai test per la “tutela della sicurezza” e sul dovere di informare adeguatamente i dipendenti sul senso, sugli scopi e sulle metodologie di tali test.
Infine, viene posto l’accento sull’importanza, in caso di esito positivo, di mettere in atto provvedimenti riabilitativi e non solo disciplinari.
Info: Alcol e lavoro.