Richiedi un preventivo gratuito

Maternità e storia della tutela delle donne lavoratrici, WP Olympus 15

URBINO – Pubblicato il numero 15 de I Working Papers di Olympus, che questa volta propongono un saggio della dott.sa Maria Morello, assegnista di ricerca in Storia del diritto italiano nell’Università degli Studi di Urbino, dal titolo La maternità al centro delle prime forme di tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici.

Il lavoro riassume e anticipa i risultati di una ricerca più ampia che intende costituire un contributo sulla tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici madri dall’Ottocento fino alle riforme degli anni Settanta del Novecento.

Muovendo dall’analisi del mondo produttivo agli albori dell’industrializzazione in Italia, la studiosa mette in evidenza quanto sia stato lungo e difficile il percorso per ottenere la tutela della salute e della sicurezza della lavoratrice madre, percorso che reso possibile dalla progressiva trasformazione profonda si sociale che culturale tra l’800 e il ‘900.

In Italia l’industrializzazione arriva tardi e lentamente ma porta trasformazioni profonde al tessuto sociale. Da subito la forza lavoro minorile e femminile viene largamente utilizzata: “Le inchieste di fine secolo sul lavoro delle donne e dei fanciulli rivelano la degradazione della vita in fabbrica, la sottoalimentazione, la sporcizia, la diffusione di malattie professionali: la posticipazione del menarca per le sartine, i disturbi mestruali delle mondine, le malattie dell’utero tra le sarte per l’uso prolungato delle macchine da cucire a pedale, gli aborti e i parti prematuri tra le operaie di ogni genere costrette a stare sempre in piedi”.

È del 1902 la prima legge che prendeva in considerazione il lavoro femminile. “La l. n. 242/1902 vietò per le donne di qualsiasi età i lavori sotterranei “per ragioni morali e sociali” 37, e limitò a 12 ore giornaliere con un intervallo di 2 ore, rimasto però teorico, l’orario massimo di lavoro. Secondo la nuova normativa, il lavoro notturno, considerato un nodo cruciale della legislazione protettiva, era vietato solo alle donne minorenni che non potevano lavorare tra le 20 e le 6 dal 1 ottobre al 31 marzo e dalle 21 alle 5 dal 1 aprile al 30 settembre; il legislatore prevedeva, infatti, che l’abolizione del lavoro notturno per le donne di qualsiasi età, così come avevano richiesto i socialisti, non potesse essere sancita se non 5 anni dopo l’entrata in vigore della legge, per non turbare “ad un tratto, con grandi riforme, ordinamenti industriali già formati”.

Questa legge, fortemente osteggiata e ancora poco attenta alla salute e sicurezza delle donne, veniva rispettata soltanto da quei datori di lavoro che, consci dell’importanza umana, sociale e politica della nuova normativa, volevano porsi all’avanguardia e partecipare attivamente ad ogni iniziativa a carattere sociale.

Ma la novità di maggiore rilievo che introduce è “la tutela giuridica della maternità, contenuta negli artt. 6 e 10, dove si sancisce la necessità di un “congedo di maternità”, stabilendo che le puerpere non potessero essere impiegate al lavoro se non dopo trascorse 4 settimane dal parto, ma in via del tutto eccezionale,  anche prima, però solo dopo almeno 3 settimane di riposo forzato post partum, durante il quale, comunque, non era assicurata alcuna retribuzione, né tanto meno era garantita la conservazione del posto di lavoro 44; in ogni caso potevano riprendere la loro attività, qualora risultasse da un certificato rilasciato dall’ufficio sanitario del comune di loro dimora abituale, che le condizioni di salute lo permettevano, senza alcun pregiudizio 45. Nessun risultato ebbe invece la richiesta di ottenere che il congedo di maternità fosse concesso alle donne a partire dalle ultime settimane precedenti il parto”.

Questa legge pertanto apre la strada a un cammino pieno di ostacoli ma che negli anni ha portato al pieno riconoscimento del diritto alla salute e sicurezza.

Il saggio riporta la storia della conquista dei diritti delle donne sul lavoro fino al 1950, raccontando i passaggi cruciali e il graduale raggiungimento di sempre maggiori garanzie di tutela: la prima legge protettiva, il Regio Decreto 10 novembre 1907, n. 818, la politica del regime fascista nei confronti della donna e il dibattito intorno all’art. 37 della Costituzione tra parità giuridica e “tutela speciale” delle lavoratrici.

Per approfondire: maternità e tutela donne lavoratrici (PDF).

I Working Papers Olympus n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8,9, 10, 11, 12, 13, 14: Organisational and Psychosocial Risks in Labour Law. A Comparative Analysis.

Ti potrebbe interessare

Contenuti sponsorizzati
    Condividi questo articolo