ROMA – “Donne, lavoro e disabilità: tra sicurezza e qualità della vita” questo il titolo del 2° rapporto ANMIL presentato a Roma presso il Salone dei Piceni, mercoledì 7 marzo, in occasione della festa della donna.
Il rapporto, ideato e voluto dal Gruppo donne ANMIL per le Politiche femminili ha proposto la questione “donne, lavoro, infortuni” da un punto di vista statistico e normativo permettendo così un’analisi approfondita di problematiche quali il livello di occupazione femminile, la percentuale di infortuni, le patologie correlate al lavoro, l’accessibilità negata ai disabili e problematiche connesse alla conciliazione vita-lavoro.
Al fine di evidenziare le possibili prospettive future, si è rivolta l’attenzione alle buone prassi adottate da alcune aziende in materia di sicurezza sul lavoro. Dalle statistiche esposte nel corso dell’evento si evince nell’ultimo decennio una sostanziale crescita dell’occupazione femminile e una stabilità gli infortuni sul lavoro relativamente alle donne (da circa 244.000 infortuni nel 2001 a 245.000 nel 2010). Positivi i dati relativi alle morti sul lavoro dove si è passati dai 127 casi del 2001 ai 78 casi del 2010.
Significativi i dati relativi alle “modalità di evento” con cui si verificano gli infortuni. “Tra gli infortuni in occasione di lavoro quelli femminili rappresentano appena il 29,2% del totale, mentre sono la maggioranza per quelli avvenuti in itinere, vale a dire nel percorso casa-lavoro e viceversa: sui circa 89.000 infortuni in itinere del 2010, 45.000 riguardano le donne e 44.000 gli uomini”.
Per le lavoratrici donne i rischi maggiori si hanno infatti nel percorso di andata o ritorno dal lavoro, lasso di tempo in cui spesso si concentrano difficoltà legate, oltre che al lavoro stesso, alla cura della famiglia “con inevitabili riflessi sul piano della lucidità e concentrazione e quindi della sicurezza”.
Il rapporto evidenzia inoltre come l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è ancora basso, con un particolare svantaggio per le donne, che hanno un tasso di occupazione dell’11%, rispetto a quello degli uomini, che risulta essere invece del 29%.
Vista la necessità di garantire l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro e di annullare gli svantaggi legati alla doppia discriminazione (donna-disabile) la stessa ANMIL ha quindi evidenziato l’esigenza di una proposta di legge, presentata nel corso dell’evento dalle senatrici Silvana Amati e Ombretta Colli. La proposta pone l’accento in particolare sul diritto per le donne a prestazioni di assistenza psicologica adeguate; allo sviluppo di misure idonee a favorire la conciliazione tra il doppio ruolo di donna lavoratrice in casa e fuori casa (allo scopo di evitare lo stress che è causa di infortuni in itinere e domestici) e alla previsione di risarcimenti più adeguati.
Non solo, l’ANMIL ha inoltre proposto una legge di iniziativa popolare con lo scopo di contribuire a riordinare aspetti importanti della tutela degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, intervenendo sul T.U. del 1965, (Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali) attraverso una delega al Governo. L’iniziativa, che prevede la raccolta di 50.000 firme, si concluderà in occasione della 62°Giornata nazionale per le vittime del lavoro il 14 ottobre 2012.
Per approfondire: 2° Rapporto ANMIL Donne, lavoro e disabilità: tra sicurezza e qualità della vita.