ROMA – Interessante lettura dei dati relativi alla sicurezza delle lavoratrici da parte dell’Inail. Il quadro tracciato dall’Istituto assicurativo, anche se evidenzia un leggero incremento nel numero assoluto di infortuni, non deve far preoccupare: quel più 0,4 per cento sarebbe infatti da ricondurre ad un incremento, anche questo lieve, dell’occupazione femminile.
Un dato che sarebbe buona cosa non fosse che l’Italia, rispetto agli altri paesi europei, è ancora molto indietro su questo terreno. Buona invece la notizia che riguarda gli incidenti mortali visto che c’è stata una diminuzione, se pur lieve, e questo nonostante l’aumento dell’occupazione.
Le lavoratrici che hanno avuto un infortunio mortale sul lavoro sono state, infatti, 70 nel 2010 contro le 72 dell’anno precedente. I lavori più pericolosi per le donne sembrerebbero essere nel settore terziario, in primis la sanità, dove avvengono quasi il 13 per cento degli infortuni. Si tratta spesso di infermiere ma anche, in moltissimi casi, di persone impiegate come badanti. Un dato quest’ultimo che potrebbe legittimare il sospetto che via sia una buona quota di infortuni meno gravi che non vengono denunciati per coprire rapporti di lavoro irregolari.
Alla pericolosità del terziario segue quella del commercio con poco più del 10 per cento degli infortuni e, a quasi parità con questo, il settore dei servizi alle imprese. In ultimo c’è il settore degli alberghi e della ristorazione che si ferma all’8,5 per cento del totale.
Donne, l’Inail rende noti i dati degli infortuni in rosa
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