TORINO – Il rischio di cancro ai polmoni più elevato per i muratori che per gli altri lavoratori. Pubblicati da DoRS i risultati della ricerca Lung cancer risk among bricklayers in a pooled analysis of case-control studies (Rischio di cancro del polmone tra i muratori in un’analisi aggregata di studi caso-controllo), con dati derivanti dal progetto internazionale Synergy coordinato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc).
La ricerca si è basata sull’analisi di storie di vita e professionali, sull’analisi delle misure di esposizione e quindi sulla abitudine al fumo di oltre 15500 persone affette da cancro al polmone e di oltre 18500 soggetti di controllo.
Delle 15.608 persone colpite dalla patologia, 695 nella loro vita professionale hanno continuativamente lavorato come muratori. Tra le persone sane, selezionate quale gruppo di controllo, il rapporto muratori – altre mansioni è stato di 469 su 18531.
I dati hanno mostrato quindi come chi abbia sempre svolto la mansione del muratore, possa avere una probabilità di sviluppare il cancro ai polmoni molto più alta rispetto a chi non abbia svolto questa professione. Una probabilità che può arrivare a superare il 50%.
Da rilevare che per la prima volta con lo studio in esame, sono state analizzate le intere storie lavorative dei soggetti coinvolti, tenendo conto di altri fattori significativi quali l’abitudine al fumo.
“I risultati” – ha commentato Dario Consonni, primo autore della ricerca – “suggeriscono la necessità di introdurre adeguate misure tecniche per ridurre le esposizioni a polveri di quarzo e di un giusto riconoscimento della natura professionale del tumore polmonare nei muratori (e in altre occupazioni del settore edilizio) da parte degli istituti assicuratori”.
Per approfondire: DoRS rischi tumore muratori