BILBAO – Pubblicato da Eu- Osha il rapporto New risks and trends in the safety and health of women at work – Nuovi rischi e tendenze per la salute e sicurezza delle donne lavoratrici, aggiornamento e revisione di un documento che l’Agenzia ha presentato nel 2003, panoramica statistica sul rapporto occupazione e condizioni di lavoro delle donne.
Lo studio riporta dati sull’esposizione ai pericoli, sugli incidenti sul lavoro e sui problemi di salute per le donne che lavorano, approfondendo alcuni temi tra cui le esposizioni combinate, i tumori professionali, l’accesso alla riabilitazione, il lavoro informale e le caratteristiche delle professioni femminili prevalenti.
Nonostante i tassi di occupazione femminile siano in aumento le condizioni di lavoro e i rischi per la salute e la sicurezza per le donne non sono ancora adeguatamente tutelati e oltre ai rischi riguardanti gli ambienti di lavoro, le donne inoltre sono vittime di atti di bullismo, vessazioni e molestie, hanno minori possibilità di utilizzare i dispositivi di protezione individuale che spesso sono troppo grandi e inadeguati alla specifica configurazione fisica femminile.
Le condizioni di lavoro delle donne sono quindi generalmente peggiori di quelle degli uomini: sono più frequenti i contratti di lavoro atipici, a tempo determinato, part time e i lavori multipli.
È in aumento inoltre la tendenza a concentrare la presenza femminile solo in alcuni settori: la sanità, l’istruzione e la pubblica amministrazione (soprattutto per le lavoratrici più anziane) e Horeca (hotel, ristoranti e catering) e vendita al dettaglio (per le più giovani). In aumento anche il lavoro informale, una modalità di lavoro caratterizzato da alta precarietà e totale assenza di protezione.
Per quanto riguarda i rischi psicosociali, le donne sono più soggette degli uomini a discriminazioni multiple per sesso, età, origine etnica, disabilità, e orientamento sessuale. Alcuni gruppi sono risultati particolarmente vulnerabili: le giovani, con obblighi di assistenza in paesi in cui mancano adeguati servizi, le migranti impegnate in lavoro informale (come ad esempio le collaboratrici domestiche), le lavoratrici che devono mantenere più di un posto di lavoro e le madri giovani.
Anche sulla questione del divario retributivo il rapporto evidenzia che la situazione dal 2003 non è migliorata: le donne, a pari mansione, percepiscono stipendi di circa il 16% più bassi di quelli percepiti dagli uomini.
Infine, anche se in lieve aumento è ancora scarsa la presenza di donne in posizioni dirigenziali e quindi in una minore possibilità di influenzare e orientare le politiche aziendali verso azioni mirate a tutelare gli specifici bisogni di salute e sicurezza in azienda.
Per approfondire: New risks and trends in the safety and health of women at work.