BRUXELLES – L’occupazione giovanile deve essere tra le priorità della Comunità Europea. Per tracciare un quadro aggiornato e approfondito della situazione nello scorso giugno la commissione per l’Occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo ha chiamato a raccolta quattro importanti agenzie EU-OSHA, Cedefop, ETF ed Eurofound per confrontare le proprie ricerche e analizzare approfonditamente l’entità del fenomeno della disoccupazione giovanile, le sue caratteristiche, cause e possibili soluzioni.
Gli interventi alla conferenza, intitolata “Working together for youth employment” (Lavorare insieme per l’occupazione giovanile) hanno trattato temi quali: la transizione tra scuola e lavoro, il supporto per i giovani a rischio, la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, le condizioni di lavoro per i giovani e la necessità di tutelarne salute e sicurezza, il fenomeno della generazione NEET (Not in employment, education or training), l’inclusione dei soggetti svantaggiati e disabili e la dimensione globale della disoccupazione giovanile.
Sintetizziamo qui le principali conclusioni della conferenza.
La crisi occupazionale dei giovani si protrae da troppo tempo e si collega a fenomeni di esclusione sociale; alcuni gruppi di giovani sono particolarmente svantaggiati: quelli disoccupati da molto tempo, quelli che hanno un basso livello d’istruzione, chi ha problemi di salute e disabilità, chi fa parte di piccole comunità etniche e i giovani migranti.
I giovani hanno bisogno di lavori dignitosi e sicuri, di ricevere una formazione adeguata sui rischi del lavoro, formazione che deve essere impartita fin dall’asilo per creare la consapevolezza dei propri diritti e doveri e la capacità di comportarsi nel modo corretto nel momento in cui il giovane fa il suo ingresso nel mondo del lavoro.
Le politiche di sostegno all’occupazione non possono soccombere sotto i tagli dell’austerità. Una politica che non tutela i giovani non può che determinare l’assenza di prospettive per tutta la società.
È necessario implementare la qualità dell’istruzione e della formazione e potenziare l’acquisizione di competenze trasversali (imprenditorialità, cittadinanza, capacità comunicative, abilità digitali) che permettano ai giovani di sapersi adattare alle veloci trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.Deve essere posta maggiore attenzione nella transizione tra istruzione e ingresso nel mercato del lavoro, predisporre strumenti di accompagnamento, consulenza e implementazione delle competenze necessarie.
È rilevato da molteplici studi che esperienze di scambi con l’estero, quali il programma Erasmus, determinano un passaggio più veloce del giovane dal mondo dell’istruzione al mondo del lavoro. Le esperienze di mobilità e autonomia mettono i ragazzi in contatto con il mondo e aprono i confini delle loro possibilità.
Un’ultima riflessione riguarda la necessità di rivisitare profondamente quanto la nostra società ha determinato in termini di mancanza di dialogo e sfiducia nei giovani. La disoccupazione giovanile non è solo frutto di una crisi economica ma ha delle radici culturali. È necessario adottare un atteggiamento nuovo, a tutto tondo, e ripartire da zero per far rinascere il desiderio di autonomia dei ragazzi e la loro possibilità di partecipare attivamente alla società.
Per approfondire: Il Parlamento europeo e le agenzie tracciano un futuro migliore per i giovani lavoratori.