LOWELL (USA) – Un rapporto del Centro per la produzione sostenibile dell’università del Massachusetts a Lowell (Lowell Center for Sustainable Production) ha passato in rivista 40 anni di politiche degli USA in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
“Malgrado le legislazioni e i programmi volontari messi in opera da OSHA, l’amministrazione federale per la sicurezza e la salute sul lavoro, le misure di protezione dei lavoratori non hanno seguito i progressi tecnologici e scientifici”. Questo afferma il rapporto apparso il 28 gennaio scorso che si pone l’obiettivo di individuare quali siano ancora i punti deboli del sistema di tutela della sicurezza dei lavoratori.
Ogni giorno negli Stati Uniti quattordici persone muoiono sul lavoro e ogni anno milioni di lavoratori subiscono infortuni e si ammalano lavorando. Tutto questo danneggia i lavoratori ma anche le loro famiglie e la comunità tutta.
Cosa ci insegna questo? Cosa possiamo imparare dallo studio di quello che accade continuamente nel mondo del lavoro? Quello che la maggior parte delle volte risulta evidente è che l’incidente avrebbe potuto essere evitato.
Con questo studio l’Università di Lowell ha voluto quindi studiare sei casi esemplari di incidenti sul luogo di lavoro e individuare, a partire da questi, quali sono le carenze attuali in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Il primo caso tratta dell’errata scelta di agenti chimici per la lucidatura di pavimenti. Come accaduto a tre operai vietnamiti, morti in un rogo, sono innumerevoli i casi di intossicazione e gli incendi disastrosi che l’uso della finitura sbagliata può causare. Questo caso insegna quanto sia ancora arretrata la conoscenza dei prodotti e poco accorto il loro utilizzo e mostra quanto sia necessario investire nella ricerca per produrre e scegliere prodotti più sicuri.
Il secondo caso tratta di problemi all’apparato muscolo-scheletrico, che a dieci anni dall’entrata in vigore degli Standard OSHA per l’Ergonomia restano una delle cause più diffuse di invalidità al lavoro. Non è quindi sufficiente quanto fatto finora. Una delle soluzioni possibili vede la partecipazione diretta dei lavoratori alla valutazione dei rischi come un fattore di miglioramento della tutela e della prevenzione per queste patologie.
Il terzo caso tratta dell’uso di aromi artificiali tossici nell’industria di produzione del pop corn. Il problema rilevato è questo: come è possibile che un agente chimico che può distruggere i polmoni di un lavoratore in pochi mesi non fosse regolamentato? Il caso quindi induce a rivedere l’attuale normativa sugli agenti chimici.
Il quarto caso si occupa di un settore ad alto rischio: l’edilizia. Non è possibile che nel settore edile si continuino ad avverare incidenti evitabili. Questo mostra una evidente disattenzione e sottovalutazione dei rischi, l’adozione di comportamenti errati e disinteresse ed inerzia da parte sia degli imprenditori che dei lavoratori di affrontare quei cambiamenti necessari per raggiungere adeguati livelli di sicurezza in cantiere.
Il quinto caso riporta la lunga procedura attraverso cui si è arrivati a regolamentare l’uso di un agente chimico altamente dannoso. La pratica di regolamentazione ha impiegato dieci anni, anni durante i quali i lavoratori sono stati esposti a questo agente chimico cancerogeno con livelli di centinaia o migliaia di volte superiori a quanto poi stabilito.
E’ importante il dibattito su quale sia la soglia entro cui l’esposizione a un agente cancerogeno è tollerabile, ma ancora più importante e urgente è porsi prima la domanda: è davvero necessario esporsi a questo rischio? Non esistono alternative più sicure?
L’ultimo caso si occupa dell’industria alimentare, in particolare dell’industria della carne, settore ad alto rischio. I ripetuti incidenti in questo settore mostrano tutti le stesse caratteristiche: scarsa attenzione alle condizioni di lavoro, scarso controllo ispettivo e scarsa autonomia dei lavoratori nel gestire le loro mansioni.
I sei macro casi analizzati hanno fatto sì che apparissero evidenti gli obiettivi verso cui indirizzare gli sforzi per migliorare la gestione della salute e sicurezza dei lavoratori americani:
- implementare la capacità di imprenditori e lavoratori di identificare prevenire i rischi sul luogo di lavoro;
- rinforzare gli organi di sorveglianza e controllo, facendo in modo di affiancare all’OSHA anche enti con competenze specifiche quali il Dipartimento per l’Agricoltura o l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente;
- velocizzare la capacità di intervento e la diffusione di dati quando dei nuovi rischi vengono rilevati;
- rivedere la regolamentazione riguardante gli agenti chimici, partendo dall’analisi dell’innovativo regolamento REACH adottato dall’Unione Europea;
- promuovere la progettazione della sicurezza affinche i lavori, i prodotti e i materiali siano intrinsecamente sicuri, fin dal progetto;
- promuovere politiche per la protezione dei lavoratori stranieri sia per quanto riguarda assistenza che l’implementazione di competenze e conoscenze;
- implementare le professionalità della sicurezza: medici e tecnici altamente formati.
Nessuna di queste soluzioni è sufficiente di per sé ma se si terrà conto di tutti questi aspetti si potrà fare un salto di qualità fondamentale.