ROMA – Un milione e 512 mila iscritti, al 31 gennaio 2011, al fondo assicurativo per i lavoratori domestici: questa è la cifra data dall’Inail e riferita a tutto il territorio Italiano. L’Istituto, però, è in grado di dare già da ora dati più dettagliati, sia per quanto riguarda il livello nazionale che per quanto riguarda la distribuzione regionale di questi iscritti. Ed è proprio guardando alla distribuzione territoriale che si possono cogliere delle importanti differenze tra le regioni. Considerando la percentuale sul totale degli iscritti, per quanto riguarda coloro che versano la quota annuale, la più alta è quella della Lombardia, con oltre 243.000 lavoratori domestici, cioè il 18,1 per cento del totale. Completamente diversa la questione se, invece, si guarda al dato relativo ai lavoratori che dichiarano di essere sotto la quota minima di reddito e che dunque lasciano la loro copertura assicurativa a carico dello Stato. Il primato in questo senso è della Sicilia, con l’altissima percentuale del 34 per cento sul totale di questa categoria, cioè quasi 64.000 certificanti. Segue alla Sicilia la Puglia, con una percentuale del 17, 9 per cento (quasi 32.700 persone) mentre terza risulta essere la Campania, con l’11.7 per cento (oltre 21.000 soggetti autocertificanti).
Per quanto riguarda invece la classifica regionale degli iscritti nella categoria di coloro che versano il premio la Lombardia è seguita dal Veneto (10, 9 per cento) e poco lontano dal Lazio (10,1 per cento). Le percentuali più basse sono, comprensibilmente – vista la minore popolazione – quelli della Valle D’Aosta, dove i soggetti paganti sono solo lo 0,2 per cento del totale e dove solo 89 persone certificano un reddito inferiore al minimo, e il Molise, dove i paganti sono appena lo 0,7 per cento del totale.
C’è un dato però che salta all’occhio dai dati dell’Inail ed è quello relativo agli immigrati. Su tutti gli iscritti al fondo contro gli infortuni per i lavoratori domestici la quota dei lavoratori provenienti da paesi esteri è di poco più di 28mila lavoratori comunitari e di circa 35.700 extracomunitari.
I cittadini stranieri comunitari che svolgono lavoro domestico sarebbero dunque l’1,9 per cento del totale degli iscritti al fondo mentre gli extracomunitari sarebbero il 2,4 per cento, dunque una quota più elevata. Anche tra, comunitari ed extracomunicati, prevalgono largamente coloro che versano la quota piuttosto che coloro che certificano un livello di reddito così basso da comportare l’esenzione dal pagamento.
Lavoratori domestici, in Sicilia la percentuale maggiore di quelli al di sotto del reddito minimo
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