PAVIA – Pubblicato nell’ultimo numero del GIMLE, Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, il saggio “Il lavoro in alta quota: nozioni di fisiopatologia, fattori di rischio, sorveglianza sanitaria e criteri per l’elaborazione del giudizio di idoneità”.
Il documento è il frutto di un gruppo di lavoro composto da studiosi provenienti dall’Unità operativa ospedaliera di Medicina del Lavoro – IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia, dalla Società Italiana di Medicina di Montagna, dall’ Azienda ospedaliera di Aosta, la Scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro – Università degli Studi di Pavia e dal Dipartimento di sanità pubblica, neuroscienze, medicina sperimentale e forense – Università degli studi di Pavia .
L’opera, dopo una accurata introduzione sulla fisiologia dell’acclimatamento, si articola in una dettagliata descrizione delle patologie dell’attività in alta quota, nella trattazione dei fattori di rischio correlati a tali attività: fattori biometereologici, fattori di rischio correlati al lavoratore e fattori di rischio specifici per la specifica attività svolta.
Il lavoro ad alta quota (intesa come altitudine pari o superiore a 3000 m sopra il livello del mare) comporta un adattamento dell’organismo umano alle mutate condizioni ambientali. L’esposizione all’alta quota comporta limitazioni della capacità di lavoro e delle funzioni fisiologiche connesse.
I fattori fisici di rischio correlati all’ambiente in alta quota sono rappresentati da: temperatura, umidità, latitudine, velocità dell’aria, pressione atmosferica (ipossia). L’ambiente di montagna col progredire della quota presenta caratteristiche sempre più evidenti:
- “riduzione della pressione barometrica e della pressione d’ossigeno, responsabili della progressiva ipossiemia;
- riduzione della temperatura di circa 1°C ogni 150 m;
- riduzione dell’umidità assoluta dell’aria, cioè la massa di vapore acqueo presente per unità di volume nell’atmosfera. Questo fenomeno, insieme all’iperventilazione ipossica, può essere causa di aumentate perdite di acqua e relativa disidratazione;
- riduzione della densità dell’aria, che ha conseguenze positive sulla meccanica respiratoria. Contemporaneamente incrementa la viscosità cinematica dell’aria”.
Tutto questo costringe l’organismo a notevoli sforzi di adattamento e acclimatamento. Si è quindi resa necessaria l’elaborazione di indici biometereologici al fine di valutare con esattezza gli effetti di tali fattori di rischio sulla salute.
Oltre ai parametri ambientali, i fattori di rischio cambiano poi al variare del soggetto. Questo può rispondere più o meno bene all’esposizione ad alta quota in base alla sua età, genere, stato di salute e suscettibilità individuale e grado di allenamento. In merito allo stato di salute del lavoratore lo studio elenca le principali condizioni fisiopatologiche in grado di creare situazioni di ipersuscettibilità (cardiopatie, sindrome metabolica, malattie del sangue, broncopneumopatie, diabete ipertensione, malattie oculari) all’alta quota nei lavoratori esposti al rischio.
Ulteriori fattori di rischio sono poi legati alle caratteristiche dell’attività lavorativa, che può implicare un maggiore o minore impegno fisico e dispendio di energie, richiedere l’uso di particolari dispositivi di protezione individuali (DPI) e esporre il lavoratore ad altri fattori di rischio di natura fisica e/o chimica.
Tutte queste variabili, analizzate nello studio, devono essere prese in esame dal Medico Competente incaricato di formulare il giudizio di idoneità allo svolgimento di attività.
Sulla base di quanto esposto il saggio si chiude con delle proposte di protocolli sanitari, clinici e strumentali, analizzati e proposti per le principali situazioni fisiopatologiche di rischio. Con la descrizione di un protocollo sanitario di base, che comprende accertamenti clinici e strumentali, da modulare in relazione all’età del lavoratore, adatto a quei casi in cui l’indagine clinica ed anamnestica non abbia evidenziato condizioni fisiopatologiche di rilievo.
Per approfondire: Il lavoro in alta quota (PDF).