ROMA – Presentato dall’ISFOL Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori il rapporto 2012 Mercato del lavoro e politiche di genere.
Il rapporto 2012 si focalizza su 3 ambiti: la posizione dell’Italia rispetto all’Europa, gli effetti di genere del perdurare della crisi, il dilemma della conciliazione tra lavoro e esigenze di cura.
Il documento evidenzia che la programmazione nazionale e le politiche regionali hanno affrontato in maniera poco incisiva i nodi del lavoro femminile a fronte di dichiarazioni di intenti che andavano in altra direzione.
L’anno 2012 non ha fornito segnali di ripresa dell’occupazione femminile. Al contrario, nel quadro di un generale calo dell’occupazione risultano particolarmente penalizzate le donne nella fascia giovanile e nella fascia over 50 che perso il lavoro non vengono più riassorbite dal mercato del lavoro. In questo ultimo caso i dati mostrano un apparente aumento dell’occupazione ma il fenomeno è riconducibile all’aumento della permanenza al lavoro richiesto dalla riforma pensionistica.
In più si riscontra un aumento della discontinuità occupazionale, testimoniata da rapide incursioni nel mercato, seguite da altrettanto rapide fuoriuscite e infine l’aumento della debolezza contrattuale delle donne, la cui presenza è sempre più consistente nelle occupazioni temporanee e precarie. Tale presenza è infatti cresciuta al doppio del livello europeo per quanto riguarda la quota di part-time involontario, cioè imposto dalle imprese. Inoltre è aumentata la quota di donne beneficiarie di ammortizzatori sociali soprattutto in deroga.
In realtà le politiche regionali per risollevare la partecipazione delle donne al lavoro già ci sono e vanno dall’assegnazione di voucher di conciliazione all’incentivo del job sharing rivolto a donne uscite dal mercato del lavoro, dagli incentivi fiscali alle imprese per l’assunzione di donne in età adulta agli interventi di formazione ed orientamento per favorire il lavoro autonomo e l’autoimprenditorialità.
La debolezza di queste politiche risiede però nel fatto che solo il 17% dei bandi regionali in materia di incentivo all’occupazione è rivolto espressamente alle donne.
L’Istituto sta ora realizzando una serie di interviste con i responsabili regionali, per comprendere e qualificare questo scollamento tra dinamiche del mercato del lavoro, aspetti gestionali delle politiche e sostanza degli interventi che riguardano le politiche del lavoro dedicate alle donne.
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Sempre in materia di politiche di genere l’ISFOL in occasione dell’8 marzo ha inoltre presentato l’ISG Indice di Sensibilità di Genere. Si tratta di uno strumento per misurare, per ogni Regione, aspetti strutturali e decisioni politiche e organizzative rivolte a realizzare una partecipazione equilibrata di uomini e donne alla vita economica e sociale.
L’ISG mettere a confronto i fattori rilevanti per definire un territorio “sensibile al genere” (mercato del lavoro, servizi, governance istituzionale e scelte politiche), ne stabilisce il grado di rilevanza e ne misura la combinazione in ogni Regione.
Per approfondire:
rapporto Mercato del lavoro e politiche di genere
ISG