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Monitoraggio salute asfaltatori tramite idrossiprene urinario e ambienti confinati

ROMA – Pubblicato nel volume 2, numero 1 della rivista scientifica Prevention&Reserach lo studio “Monitoraggio biologico mediante 1-idrossipirene urinario in asfaltatori: confronto tra lavorazioni in esterno e in ambiente confinato” a cura di Andrea Battaglia, dell’Unità operativa di Medicina del lavoro della Fondazione Salvatore Maugeri e di Alberto Battaglia di AMLAV, Associazione dei medici del lavoro della Provincia di Varese.

Lo studio ha l’obiettivo di valutare l’efficacia della presenza di idrossipirene nelle urine come descrittore dell’esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), un gruppo di sostanze chimiche cancerogene che si producono con la combustione incompleta di petrolio, carbone, gas e altre materie organiche tra cui gli alberi durante un incendio. Fonti rilevanti di idrocarburi policiclici aromatici sono anche i fumi domestici, i veicoli, le industrie metallurgiche, l’estrazione di carbone e metalli, la produzione di asfalto, e i distributori di combustibile.

Gli IPA si liberano in particolare durante i lavori di asfaltatura, possono essere volatili ed essere inalate dai lavoratori. Le condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli operai  a causa delle alte temperature cui si realizza l’operazione, sottopone questi a una massiccia esposizione. Si sprigionano dal bitume che fa da legante nelle opere da asfaltatura e l’esposizione può avvenire sia attraverso esposizione a fumi di bitume aerodisperso  ma anche a causa di contatto cutaneo con il bitume. Sono inoltre emessi dagli scappamenti delle automobili o presso le pompe di benzina.

Lo studio è stato condotto monitorando l’escrezione urinaria di 108 lavoratori che operavano alle opere di asfaltatura con diverse mansioni: addetto alla stesura manuale, addetto alla vibrofinitrice, addetto al rullo, addetto polivalente.

I lavoratori sono stati monitorati durante attività di asfaltatura svolte all’aperto e in tunnel.
Importante sottolineare che tutti i lavoratori monitorati hanno eseguito le loro mansioni adottando tutte le precauzioni, protezioni e norme di igiene personale e del lavoro indicate nel “Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute di lavoratori nelle opere di asfaltatura”  della Regione Lombardia. Tra le indicazioni conenute nel documento figurano ad esempio:

  • “evitare il contatto con apparecchiature sporche e con l’emulsione bituminosa, con olio lubrificante, gasolio e grassi, in particolare durante la pulizia e la manutenzione degli automezzi;
  • non indossare indumenti di lavoro sporchi o contaminati: prevedere il loro lavaggio periodicamente;
  • non porre a contatto i propri vestiti con le tute e indumenti da lavoro;
  • non mangiare cibi e bevande e non fumare durante la produzione e messa in opera di conglomerato bituminoso;
  • indossare tute da lavoro complete, oppure pantaloni lunghi con maglietta o camicia a maniche lunghe, che devono assicurare una idonea protezione dagli agenti atmosferici (giubbotto);
  • indossare tuta monouso in tyvek in caso di spruzzatura manuale di emulsione bituminosa;
  • indossare occhiali con protezione anche laterale in caso di spruzzatura manuale di emulsione bituminosa;
  • indossare facciale filtrante antipolvere di classe 2 con filtro in carbone attivo (FFP2SL) in caso di stesa di asfalto su strade in particolari situazioni (gallerie, ecc.) o stesa di asfalto su marciapiedi in particolari situazioni (sottopassi, ecc.);
  • organizzare un programma di pulizia, manutenzione e verifica dell’efficienza dei DPI con appropriati controlli periodici ed al termine di ogni utilizzo, assicurando l’immediata sostituzione ove necessario.

I lavoratori sono stati sottoposti ad esame delle urine in diversi momenti per poter operare un confronto e desumere la significatività delle variabili. Sono stati messi a confronto i valori di idrossipirene rilevati dopo 2 giorni di asfaltatura con i valori raccolti dopo 2 giorni di inattività. Sono stati inoltre eseguiti comparazioni tra lavoratori fumatori e non fumatori. Infine è sta monitorata la possibile differenza di concentrazione di idrossipirene in lavoratori impiegati in realizzazioni di pavimentazioni stradali all’aperto e in lavori di asfaltatura in luoghi confinati quali gallerie.

Dallo studio si rileva che non si riscontrano significative differenze nel dosaggio dell’1-OHP, idrossipirene, dopo asfaltatura rispetto all’1-OHP dopo inattività, eseguito nei medesimi soggetti, e anche non si rilevano differenze tra fumatori e non fumatori. Importante rilevare invece che differenze significative si riscontrano nel gruppo di lavoratori impiegati in ambienti confinati per i quali l’esposizione a IPA è notevolmente maggiore in quanto in ambienti scarsamente ventilati gli IPA aereodispersi posso accumularsi.

In conclusione , riprendendo l’obiettivo della ricerca gli studiosi hanno quindi rilevato che l’idrossipirene, 1-OHP urinario, è un indicatore che può essere utile solo nel monitoraggio di lavoratori esposti in  modo massiccio a inalazione di fumi di bitume, come avviene durante le operazioni di asfaltatura in luoghi confinati. In caso di esposizioni più basse come ad esempio nei cantieri stradali, gli incrementi nella escrezione urinaria dell’indicatore, pur presenti, non assumono significatività statistica.

Per approfondire: Monitoraggio biologico mediante 1-idrossipirene urinario in asfaltatori: confronto tra lavorazioni in esterno e in ambiente confinato.

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