GINEVRA —Pubblicato dall’ILO il Rapporto Global Employment Trends for Women 2012 (Tendenze globali dell’occupazione femminile 2012), documento che analizza i problemi della disoccupazione, occupazione, partecipazione alla forza lavoro, vulnerabilità e segregazione professionale e settoriale, in ottica di genere.
Come è cambiata la partecipazione delle donne al mondo del lavoro durante la crisi?
Dopo un periodo in cui le diseguaglianze tra uomini e donne si stavano attenuando la crisi è tornata ad accentuare la problematica. Le donne attualmente presentano tassi di disoccupazione più elevati rispetto agli uomini e, secondo il rapporto dell’ILO, la situazione non migliorerà nei prossimi anni
Nel dettaglio ecco alcuni dati riportati nel documento:
- la crisi ha aumentato del 0,7% la differenza tra la occupazione maschile e femminile e distrutto 13 milioni di posti di lavoro delle donne;
- nel 2012, la percentuale di donne in impieghi vulnerabili (lavoratori familiari non remunerati e lavoratori in proprio) era del 50% rispetto al 48% di uomini, con picchi in Nordafrica (24%) e in Medio Oriente e Africa sub-sahariana (15%);
- le donne hanno una scelta di occupazione più limitata, una forma di segregazione che aumenta nel tempo;
- sempre più le donne lasciano l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo o passano dall’industria ai servizi nei paesi industrializzati dove 85% dei posti lavoro sono occupati da donne soprattutto nell’insegnamento e nella sanità.
Favorire la piena partecipazione della donna in tutti gli ambiti e tutti i ruoli del sistema produttivo oltre che segno di civiltà è un bene per la società, il rapporto pertanto individua soluzioni per superare i pregiudizi di genere nelle decisioni relative al lavoro e a diminuire le disparità di genere.
Per permettere una piena partecipazione delle donne al mondo del lavoro , queste devono poter essere sollevate dal carico di lavoro domestico. Problema che a seconda del livello di sviluppo, può riguardare l’implementazione dei servizi di base (disponibilità di elettricità e di acqua, servizi sanitari, strade e trasporti), dei servizi di assistenza e cura per i familiari, e l’equa ripartizione del carico di lavoro tra uomini e donne.
Necessario inoltre favorire con incentivi le famiglie che hanno un solo reddito, facilitare i meccanismi di interruzione e ripresa del lavoro in caso di maternità e, a livello culturale e normativo, combattere gli stereotipi di genere e qualsiasi discriminazione nei confronti delle donne.
Per approfondire: Global Employment Trends for Women 2012.