SIENA – Valutazione del rischio da esposizione a radiazioni ottiche artificiali per i lavoratori e per il pubblico derivante dall’impiego di Riscaldatori ad Infrarossi.
Dopo aver segnalato la scorsa settimana lo studio condotto dal Paf Portale agenti fisici sulle emissioni di campi elettromagnetici da sistemi antitaccheggio, oggi segnaliamo un nuovo rapporto ancora del Paf, che ha interessato questa volta il rischio radiazioni ottiche emesse da lampade infrarossi spesso utilizzate in uffici, industrie e luoghi di ritrovo.
Lampade riscaldamento infrarossi
Oggetto dell’indagine, condotta su apparecchi diffusi nel territorio regionale nel quale ha sede il Paf, la Toscana, ha interessato quel tipo di lampade spesso utilizzato per riscaldare spazi esterni di ambenti di lavoro, e soprattutto luoghi pubblici e di ritrovo come bar, ristoranti.
L’indagine ha interessato dieci lampade di varie marche e modelli, installate su colonne, soffitti, a parete, aventi potenza nominale compresa tra 1000 W e 2000 W e tutte con sorgente alogena.
Rischi radiazioni ottiche artificiali
Riportando dati tecnici accurati in merito alla banda passante per le misurazioni, tempo di preriscaldamento delle lampade, irradianza totale, distanze dalla sorgente, tempi massimi di esposizione, l’indagine è giunta a tali conclusioni.
“La maggior parte dei macchinari presi in esame nella presente valutazione presentano emissione di radiazioni ottiche elevata soprattutto nella regione infrarossa dello spettro (IRA). Si stima che a 80cm di distanza l’esposizione diretta dell’occhio alla sorgente possa comportare un rischio di danno termico in un tempo che a seconda del modello misurato può variare da poche decine di secondi a qualche minuto. Anche nelle posizioni normalmente occupate dalla clientela dei servizi di ristorazione esaminati le emissioni di radiazioni ottiche sono risultate superiori ai limiti stabiliti dalla vigente normativa per tutti gli apparecchi esaminati ad esclusione del modello indicato in tabella […].
Dall’indagine condotta emerge che le distanze alle quali le emissioni di radiazione ottica emesse dai riscaldatori risultano innocue variano fra 1 metro e 3 metri e sono nella maggior parte dei casi incompatibili con la geometria del locale dove le sorgenti vengono situate, che generalmente rende impossibile un utilizzo sicuro dei riscaldatori per i lavoratori e le persone del pubblico.
Il superamento dei limiti avviene sempre per l’irradianza EIR (intervallo di lunghezze d’onda fra 700nm e 3000nm), con conseguente rischio per l’apparato oculare di ustione della cornea e di catarattogenesi. [2,3,4].”
Sono risultati inoltre mancanti sia nei cataloghi che nei manuali indicazioni sul rischio esposizione e sulla distanze di sicurezza necessarie per l’installazione. “Dallo studio emerge inoltre che allo stato attuale la manualistica fornita a corredo di tali apparati non fornisce all’utilizzatore le informazioni necessarie affinché questi possa valutare o decidere di calcolare il rischio di esposizione a campi elettromagnetici così come prescritto dal combinato disposto degli artt. 17, 28, 181 e 209 del D.lgvo 81/08.
Dai risultati ottenuti nel presente studio appare dunque urgente l’adozione di normative specifiche che regolamentino l’immissione in commercio di tali apparati, e rendano cogente la classificazione delle lampade da parte del produttore, conformemente a quanto prescritto dalla Norma CEI EN 62471:2009[1], al fine di poter prevenire l’esposizione inconsapevole dei lavoratori e del pubblico a livelli di radiazione infrarossa potenzialmente nocivi per l’occhio, con particolare riguardo ai bambini, agli adolescenti ed ai soggetti particolarmente sensibili all’esposizione”.
Info: Paf valutazione rischio radiazioni ottiche lampade infrarossi