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Patologie croniche e reinserimento al lavoro, report Enwhp

BRUXELLES – Pubblicato da Enwhp, Network europeo per la promozione della salute nei luoghi di lavoro un report sulle problematiche legate al reinserimento lavorativo e all’integrazione professionale delle persone affette da patologie croniche e problemi di salute.

Il documento rientra nel progetto Enwhp, Lavoratori sani in organizzazioni sane e anticipa alcuni dei temi che verranno affrontanti nella nona conferenza “Promozione del lavoro sano per i lavoratori con malattie croniche – Salute pubblica e lavoro”, che si terrà a Bruxelles il 22 e 23 ottobre.

L’insorgenza di patologie croniche come depressione, malattie cardiovascolari, diabete, HIV o cancro è sempre più frequente e pesa sul contesto individuale, sociale e lavorativo.

Il 24% della popolazione in età lavorativa dell’UE-27 soffre di almeno una limitazione cronica alla salute fisica; i due terzi dei pensionati soffrono di almeno due malattie di tipo cronico; le patologie croniche in Europa incidono per il 77% sull’insorgenza di tutte le altre malattie e determinano l’86% dei decessi.

Sul piano dei costi economici delle patologie croniche l’ultimo rapporto della Harvard school of public ealhth (Hsph) e del Forum economico mondiale (Wef), stima che “entro il 2030, l’economia globale subirà perdite pari a 47 miliardi di dollari per le malattie croniche in termini di prestazioni sanitarie e previdenza sociale, ridotta produttività sul posto di lavoro dei soggetti colpiti, disabilità prolungata e conseguente riduzione delle risorse per i nuclei famigliari interessati”. Attualmente le malattie croniche sono responsabili di quasi l’80% dell’onere delle spese sanitarie, cifra che per l’Europa corrisponde a circa 700 miliardi di euro.

La questione è di primaria importanza per le politiche europee che nel Libro Bianco Un impegno comune per la salute: Approccio strategico dell’UE per il periodo 2008-2013 fornisce raccomandazioni e consigli sia per le politiche UE che per le politiche nazionali.

Nove le raccomandazioni, che in sintesi elenchiamo.

  1. Primo fra tutti potenziare gli strumenti di prevenzione delle patologie croniche nei luoghi di lavoro e dare forte impulso allo sviluppo di campagne informative e di sensibilizzazione.
  2. Individuare la patologia nella sua fase iniziale, accrescere la consapevolezza sull’insorgenza delle patologie croniche e  sui primi segnali di over-stress e implementare processi di screening efficaci e fruibili anche ai soggetti più deboli.
  3. “Evitare l’adozione di approcci e focus orientati al deficit del disabile e promuovere e acquisire quelli orientati alle valorizzazione delle sue capacità ; promuovere e diffondere l’implementazione ed applicazione della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (Icf); progettare ambienti che forniscano un supporto ai disabili e incentivino la loro indipendenza; sostenere, incoraggiare e promuovere approcci e modelli innovativi di buone pratiche in materia di inclusione e (re)integrazione dei malati cronici”.
  4. Combattere la discriminazione nei confronti di chi soffre di malattie croniche attraverso apposite campagne di comunicazione e dando maggiore enfasi agli atti normativi per la non discriminazione.
  5. Dare maggior risonanza e priorità al tema di ricollocamento professionale (RTW) nell’agenda politica.
  6. Premiare il lavoro e “creare un efficace schema di incentivi al fine di fornire un sostegno ai soggetti in grado di lavorare garantendo, allo stesso tempo, un reddito adeguato per coloro che sono impossibilitati a farlo”.
  7. Creare sinergie e coordinare gli interventi tra i vari soggetti pubblici e privati coinvolti.
  8. “Promuovere e sviluppare programmi ed attività volti al rafforzamento delle competenze in materia di salute sia tra la popolazione generale sana sia tra i soggetti affetti da patologie croniche” garantendo che l’educazione alla salute, sia introdotta fin dalla tenera età ed opportunamente istituzionalizzata.
  9. “Colmare le lacune nelle conoscenze attuali e promuovere interventi basati su prove e conoscenze: investire nella ricerca e far convergere l’attenzione sui determinanti sociali nonché sulle differenze tra paesi e industrie; garantire la trasmissione di tutti i risultati delle misurazioni condotte ad una banca dati centrale di libero accesso, possibilmente istituita a livello europeo, con l’obiettivo di contribuire ai processi di trasparenza scientifica e di distribuzione delle conoscenze.

Per approfondire: report Enwhp su sito Ex-Ispesl.

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