SIENA – Il PAF – Portale Agenti Fisici segnala che sono stati pubblicati sul numero gennaio-febbraio 2013 della rivista Epidemiol Prev edita dall’Associazione italiana di epidemiologia, i risultati del Piano mirato della Regione Toscana sul rischio da radiazione solare (UV) ultravioletta nei lavoratori outdoor.
Si tratta dei risultati di un progetto di ricerca scientifica, capofila Regione Toscana, che ha avuto l’obiettivo di:
- “studiare i comportamenti dei lavoratori outdoor rispetto al rischio UV solare;
- misurare l’esposizione nei comparti in studio;
- descrivere la frequenza di fotoinvecchiamento precoce, precancerosi, tumori cutanei nei lavoratori outdoor sottoposti a visita dermatologica;
- raccogliere i casi di tumore della pelle non melanocitici (Non-Melanoma Skin Cancer – NMSC);
- ricostruire la loro esposizione a radiazione solare con particolare riguardo all’attività lavorativa”.
La radiazione solare è stata classificata dalla IARC come cancerogeno certo per l’uomo, in quanto causa di melanoma maligno e di tumori della pelle non melanocitici (SCC e BCC).
Poiché i lavoratori all’aperto sono esposti a questo cancerogeno e possono essere a rischio per i tumori della pelle non melanocitici (NMSC), il piano si è posto il duplice obiettivo di rilevare lo stato dei fatti e allo stesso tempo intervenire per sensibilizzare adeguatamente i lavoratori outdoor.
Il progetto si è sviluppato attraverso la somministrazione di un questionario per misurare l’esposizione in ogni mansione professionale e le abitudini di protezione adottate. Sono inoltre stati invitati i lavoratori a sottoporsi a visite specialistiche dermatologiche. Come ultima fase del progetto i lavoratori affetti da NMSC hanno collaborato in indagini anamnestiche che chiarissero il tipo di esposizione a radiazioni UV solari dovute alle attività lavorative e extra-lavorative nell’arco della vita.
Lo studio è stato effettuato nei settori agricoltura, edilizia, estrazione del marmo e pesca. 292 lavoratori hanno compilato un diario sull’uso di indumenti durante il mattino e il pomeriggio lavorativo all’aperto; 637 lavoratori all’aperto sono stati sottoposti a visita dermatologica specialistica; 498 i casi di NMSC hanno contribuito allo studio ricostruendo l’esposizione a raggi UV dovuta a abitudini di vita e a mansioni lavorative .
I diari hanno evidenziato che i lavoratori all’aperto svolgono attività in orari a rischio, usano abbigliamenti non adeguati e ricevono dosi elevate di radiazione solare ultravioletta. Il 53% dei lavoratori conosce i danni provocati dall’esposizione solare, anche se solo il 19% utilizza creme durante il lavoro all’aperto; il 74% dei lavoratori non ha mai effettuato una visita dermatologica; l’abbigliamento utilizzato durante il lavoro estivo risulta mediamente scorretto; il 73% dei casi utilizza la maglietta a maniche corte, ma vi è un 28% che lavora a torso nudo; il 36% non utilizza il cappello; il 60% non utilizza occhiali da sole.
A seguito delle visite sono stati riscontrati 2 melanomi, 7 epiteliomi e 35 cheratosi attiniche.
Dai dati del piano infine è emersa la necessità di sviluppare le seguenti iniziative riguardanti la prevenzione:
- nell’adottare misure di tutela va tenuto conto che il rischio da radiazione UV solare è strettamente collegato all’esposizione, ma anche a fattori individuali (fototipo, fenotipo, uso di farmaci fotosensibilizzanti);
- devono inoltre essere adottate misure tecniche e organizzative di prevenzione, quali quelle di fotoprotezione ambientale (schermature con teli o coperture) e di organizzazione del lavoro, in maniera da evitare l’esposizione nelle ore della giornata con UV più intensi (11.00- 15.00 ora solare) con pausa pranzo al chiuso o in luoghi ombreggiati;
- far adottare ai lavoratori un abbigliamento corretto che li protegga dal sole e riduca l’esposizione: occhiali, cappelli a falda larga con tessuto che non permetta il passaggio di raggi UV, uso di tessuti per l’abbigliamento leggeri ma che garantiscano una buona protezione.
Per approfondire: rischio radiazione solare piano Toscana (PDF).