BILBAO – Sicurezza sul lavoro nell’econonomia verde. Pubblicata da EU-OSHA la relazione Foresight on new and emerging risks associated with new technologies by 2020, ricerca e approfondimento sui rischi per la sicurezza che potrano presentarsi nei green jobs da qui al 2020.
L’economia verde è in fase sviluppo: il 20% di riduzione delle emissioni di gas serra, 20% di aumento dell’efficienza energetica e 20% di aumentoto di energia rinnovabile utilizzata, sono gli obiettivi fissati dall’Europa per il 2020, obiettivi che rappresentano una importante opportunità di crescita dell’occupazione.
Allo stesso tempo le nuove occupazioni rappresentano una grande sfida per la dignità, la salute e la sicurezza del lavoro.
L’EU-OSHA si è dotata di strumenti capaci di valutare fin da ora l’impatto di quella che da molti viene chiamata la “rivoluzione verde”. La relazione appea pubblicata ipotizza i possibili scenari in cui si trasformerà il lavoro e inizia a identificare i rischi nuovi ed emergenti.
“Gli scenari sviluppati attraverso il nostro progetto di previsione” – afferma il direttore dell’EU-OSHA Christa Sedlatschek -“sono strumenti potenti, che forniranno ai responsabili politici dell’UE approfondimenti su come modellare la green economy di domani per mantenere i lavoratori europei sicuri e sani. Se gli obiettivi della strategia Europa 2020 devono essere realmente sostenibili e contribuire ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, dobbiamo fare in modo che i lavori verdi forniscano condizioni di lavoro sicure, sane e dignitose. I lavori verdi devono essere un bene per i lavoratori e un bene per l’ambiente”.
Il progetto è stato condotto in tre fasi. Nella fase uno sono stati individuati i fattori di cambiamento. Sedici gli elementi chiave:
- ambiente: emissioni di carbonio, effetti del cambiamento climatico, (aumento della temperatura globale, catastrofi naturali), carenza di risorse naturali (combustibili fossili, acqua);
- incentivi statali: politiche, sovvenzioni, prestiti, sussidi per le attività verdi;
- controlli nazionali: tasse, accordi economici, leggi;
- opinione pubblica;
- domanda di prodotti verdi;
- crescita economica (disponibilità di risorse per affrontare le questioni ambientali);
- questioni internazionali (globalizzazione, concorrenza nell’uso delle risorse);
- questioni di sicurezza energetica;
- tecnologie per le energie rinnovabili, progressi nel loro sviluppo e disponibilità;
- sviluppo di tecnologie che consentano di continuare ad usare combustibili fossili;
- estensione dell’uso dell’energia nucleare;
- distribuzione di energia elettrica, produzione rinnovabile e decentralizzata;
- efficienza energetica;
- politica dei rifiuti;
- sviluppo di altre tecnologie quali le nanotecnologie e le biotecnologie;
- fattori demografici e cambiamento della forza lavoro (invecchiamento, flussi migratori).
Nella fase due sono state individuate le nuove tecnologie che creeranno posti di lavoro verdi entro il 2020 e che potrebbero portare nuovi rischi sul posto di lavoro: l’energia eolica, l’edilizia verde, bioenergia e applicazioni energetiche della biotecnologia, gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, produzione verde, distribuzione di energia elettrica, nanotecnologie e nanomateriali.
Sulla base dei fattori di cambiamento e delle nuove tecnologie sono stati sviluppati tre scenari dal minimo al massimo sviluppo economico e dal minimo al massimo sviluppo dei valori verdi di tutela ambientale. Sono:
- lo scenario “Win-Win” caratterizzato da forte crescita economica unita ad altrettanto forti valori ecologici;
- lo scenario “Bonus World”, caratterizzato da forte sviluppo economico ma a scapito dei valori ecologici;
- lo scenario “Deep Green”, caratterizzato da una modesta crescita economica e da un forte rispetto dei valoro verdi.
Gli scenari raccontano che relazione potrà esserci tra tecnologia verde e sviluppo, tra qualità del lavoro e qualità della vita.
In conclusione lo sviluppo dei diversi scenari ha permesso di tracciare un panorama delle eventualità legate al futuro sviluppo dell’economia verde.
Prima di tutto occorre considerare come sia in atto una tendenza a decentralizzare il lavoro: i luoghi di lavoro sono sempre più dispersi ed è più difficile monitorarli e far rispettare condizioni di SSL sane e sicure. Pensiamo ad esempio alla generazione di energia rinnovabile contraddistinta da miriadi di piccoli impianti.
Pensiamo anche ai processi di produzione: un incremento di impianti di produzione locale può significare che i rischi sono distribuiti su piccole unità diffuse e più difficilmente controllabili. C’è da aspettarsi quindi un aumento di lavoro in subappalto, di lavoro autonomo e di creazione di microimprese.
Inotre a tutti i rischi legati a una nuova organizzazione del lavoro, le nuove tecnologie e i nuovi processi richiedono l’acquisizione di nuove competenze, anche in materia di sicurezza, ma la rapida crescita in questo settore dell’economia, insieme con la pressione economica e politica, potrebbe esporre i lavoratori al rischio di eseguire lavori anche se pericolosamente inesperti e non addestrati.
In più ci sono anche una serie di “vecchi” rischi, che si ripropongono in situazioni e combinazioni nuove e ugualmente richiedono nuove competenze specifiche.
Per approfondire: Green jobs and occupational safety and health.
Leggi anche: economia verde nella Giornata sicurezza lavoro ILO 2012.