ROMA – Potrebbe essere buono il bilancio 2010 relativo alla sicurezza sul lavoro. Stando al rapporto preliminare Inail – dati parziali al momento – il calo di infortuni e morti che si è registrato nel 2010 rispetto al 2009 ci sarebbe, e potrebbe anche essere assai meno viziato di quello precedente dagli effetti della crisi, soprattutto in termini di diminuzione del numero degli occupati e delle giornate di lavoro.
I dati diffusi la scorsa settimana dall’Istituto parlano infatti di 775.000 incidenti, circa 15.000 in meno rispetto al 2009, e di 980 morti. Il tutto senza che crisi occupazionale, blocco degli straordinari e cassa integrazione si siano modificati in maniera forte, come invece avvenuto tra il 2008 e il 2009.
Per quanto riguarda i settori, l’industria è quello in cui si è registrata la flessione maggiore degli infortuni, con un 6,1 per cento in meno. Segue l’agricoltura, dove il calo raggiunge quasi il 5 per cento, un risultato che però dovrebbe apparire particolarmente significativo alla luce del fatto che nel 2010 gli occupati in questo settore sono anche aumentati, cosa che invece non è accaduta per l’industria, dove invece si è registrato un processo inverso.
Importante anche il dato relativo alle costruzioni dove l’Inail registra una diminuzione degli infortuni del 7,3 per cento. Un aumento, se pur piccolo, dello 0,4 per cento, si è avuto nel settore dei servizi. Anche i morti sembrerebbero, a questi dati parziali, in calo. Meno in agricoltura, dove passano da 128 a 115 (che corrisponde oltre ad un 10 per cento di differenza), nei servizi scendendo da 480 a 420 (cioè -4,1 per cento) e nell’industria da 487 a 445 (quasi il 9 per cento in meno).
Dai dati si vede dunque che il settore agricolo, uno di quelli a maggior rischio insieme all’edilizia, sta migliorando le sue performance di sicurezza e questa è certamente una buona notizia.