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Rischi dell’esposizione ai solventi per le donne in gravidanza

LONDRA – Pubblicato in Occupational and Environmental Medicine, un interessante articolo sui rischi dell’esposizione ai solventi in gravidanza. OEM è un giornale scientifico internazionale che si occupa degli sviluppi della ricerca sulla salute nei luoghi di lavoro. I contributi di scienziati di tutto il mondo riguardano studi epidemiologici relativi a esposizione ambientale o occupazionale, ricerche sulla stima dell’esposizione e nuovi metodi di ricerca.
La ricerca presentata si è posta l’obiettivo di studiare la relazione tra esposizione occupazionale delle madri in gravidanza con il rischio di malformazioni congenite.

Chi lavora nelle professioni sanitarie, di cura della salute, dell’igiene e di cura della persona è significativamente esposto al contatto con solventi. Questo il caso di analisti di laboratorio, estetiste, parrucchiere o addetti alla pulizia.
L’esposizione ai solventi durante la gravidanza è stata messa in relazione con l’insorgenza nei nascituri di malformazioni congenite  quali soprattutto labbro leporino e malformazioni dell’apparato urinario e genitale per i maschi. Molte donne sono esposte sul lavoro a solventi organici che sono utilizzati in svariati prodotti quali pitture, smalti, inchiostri e detergenti. I solventi appartengono a tre famiglie chimiche: solventi ossigenati, a base di petrolio o a base di cloro. Le madri lavoratrici sono esposte ai solventi per inalazione o per contatto attraverso l’epidermide.

Nonostante l’uso di questi prodotti sia ampiamente diffuso, non sono ancora chiariti i loro effetti sulla salute, in particolare sull’attività riproduttiva e sulle malformazioni di cui possono essere causa.
Recenti studi hanno confermato malformazioni ed effetti citogenetici rinvenuti nei nascituri di donne esposte a etere glicolico, e una maggiore incidenza di aborti spontanei tra donne in gravidanza esposte a solventi. Altri studi hanno rilevato malformazioni cardiache e al tubo neurale.
Con questo studio si è voluto verificare rigorosamente la relazione con le malformazioni all’apparato urinario e genitale dei nati maschi sulla cui aumentata incidenza erano state fatte ipotesi di cause ambientali.

Lo studio è stato condotto da un equipe di cinque ricercatori francesi,  (R Garlantézec, C Monfort, F Rouget, S Cordier), che hanno condotto la ricerca in Bretagna (Francia) dal 2002 al 2005 su una popolazione di 3421 donne in gravidanza.
Le donne sono state seguite da prima della diciannovesima settimana di gestazione fino alla nascita.
Tutte tranne 33 delle gravidanze sono state portate  a termine; di queste, 14 sono state interrotte volontariamente a seguito di analisi prenatali e per 19 casi la gravidanza si è interrotta spontaneamente.
Dei 3041 bambini nati, 2897 non avevano malformazioni ma 118 presentavano almeno una malformazione congenita: labbro leporino o all’apparato uro-genitale, al limbo e al sistema nervoso.
Gli scienziati ritengono che il risultato del 2,5% di nati affetti da malformazioni sia un dato rilevante e preoccupante da tenere nella debita considerazione quando si tratta di tutelare la salute del nascituro e della futura mamma al lavoro.

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