ROMA – Presentata nei giorni scorsi a Roma la ricerca Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri, commissionata dal Centro patronati Ce.Pa (che riunisce i patronati Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil e Ital-Uil) e condotta dall’Ispo.
Scarsa informazione in materia e frequente rinuncia a far valere i propri diritti sono i risultati più evidenti del sondaggio che ha portato alla luce una realtà ancora problematica, troppo poco indagata e che desta preoccupazioni in particolare per la popolazione straniera.
La conoscenza delle malattie professionali è risultata migliore tra gli italiani rispetto agli stranieri: 62% contro il 49%. Solo quattro stranieri su dieci hanno risposto di sapere cosa sia una tecnopatia e un terzo di loro non era consapevole di avere diritti in merito. Situazione lievemente migliore si è evidenziata tra gli italiani, sette su dieci hanno dichiarato di conoscere le malattie professionali e solo il 12% non ha saputo citare alcun diritto.
Il 69% degli stranieri, interrogati sull’iter da seguire in caso di malattia professionale, ha dato risposte sbagliate. Addirittura superiore la percentuale di italiani che non sono al corrente dell’iter corretto da seguire: il 75%.
Tra gli italiani che hanno contratto un malattia professionale la maggior parte si è rivolta ai patronati/sindacati (37%), ma una quota significativa, il 16%, non sapendo a chi rivolgersi, non ha fatto nulla. Nella stessa condizione si è trovato il 21% degli stranieri.
Per circa quattro stranieri su dieci e per tre italiani su dieci, l’attenzione alla salute sul proprio posto di lavoro è bassa. Il responsabile per la sicurezza è conosciuto da circa il 60% dei lavoratori italiani e dalla metà degli stranieri intervistati.
Per entrambi i gruppi è diffusa la convinzione che in caso di denuncia di malattia professionale si possano subire ripercussioni e intimidazioni sul luogo di lavoro (il 64% degli italiani e il 60% degli stranieri). In merito alla fiducia nelle istituzioni nove stranieri su dieci e otto italiani su dieci hanno dichiarato di fidarsi sopratutto del medico di base. Al secondo posto figurano i patronati.
Presenta alla presentazione del rapporto presso Roma Eventi Fontana di Trevi, Giuseppe Lucibello, direttore generale dell’Inail. Lucibello ha comunicato per l’occasione che verranno presentati a luglio i risultati del progetto Inail INSuLa, riguardante la percezione dei lavoratori sull’esposizione ai rischi professionali e sull’adeguatezza delle misure di prevenzione e protezione adottate in azienda.
Il progetto avviato dall’Istituto nel 2010 e approvato e finanziato nell’ambito del Programma strategico del Ministero della Salute, è articolato su due linee di progetto:
- una survey principale focalizzata sulla percezione del rischio tra i lavoratori e i datori di lavoro e che coinvolge i Responsabili del servizio di prevenzione e protezione;
- tre focus progettuali dedicati ai medici competenti, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e ai servizi di prevenzione delle Asl.
L’indagine ha coinvolto finora circa 8000 lavoratori e poco più di 1000 datori di lavoro.
Per approfondire:
Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri
Inail annuncio INSula