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Sostanze chimiche e interferenti endocrini, studio UNEP e OMS

GINEVRA – Pubblicato dall’UNEP United Nations Environment Programme – Programma Ambientale delle Nazioni Unite e OMS il rapporto Stato della scienza sugli  interferenti endocrini – 2012.

Lo studio affronta le correlazioni possibili tra interferenti endocrini (IE), che si trovano in numerose famiglie di prodotti per l’industria, e specifiche malattie e disturbi. Come alcune sostanze possano alterare il sistema ormonale e come per molti prodotti chimici di sintesi non siano ancora stati effettuati test su possibili effetti e implicazioni per la salute.

La salute umana dipende da un buon funzionamento del sistema endocrino che regola il rilascio di alcuni ormoni che sono essenziali per le funzioni quali il metabolismo, la crescita e lo sviluppo, il sonno e l’umore.

Alcune sostanze capaci di interferire con il normale funzionamento del sistema endocrino sono presenti in natura, mentre le varietà di sintesi si trovano in pesticidi, elettronica, prodotti per la cura personale e cosmetici.  Interferenti endocrini possono essere anche ritrovati  come additivi o contaminanti nei prodotti alimentari.

L’esposizione umana agli IE può avvenire in diversi modi. Gli IE possono essere dispersi nell’ambiente attraverso scarichi industriali, urbani e agricoli. L’uomo può essere esposto per inalazione di gas e particelle in aria, per contatto epidermico o attraverso l’ingestione di alimenti, polvere e acqua.

Lo studio delle Nazioni Unite, che è il rapporto più completo redatto fino a oggi, mette in evidenza alcune associazioni tra l’esposizione agli IE e problemi di salute quali  il criptorchidismo nei maschi giovani (non-discesa dei testicoli), il cancro al seno nelle donne, il cancro alla prostata negli uomini, effetti sullo sviluppo del sistema nervoso nei bambini, deficit di attenzione/iperattività nei bambini e il cancro della tiroide.

“Abbiamo urgente bisogno di più ricerca per ottenere un quadro più completo degli impatti sulla salute e sull’ambiente degli interferenti endocrini” – ha dichiarato Maria Neira, direttore dell’OMS – Salute pubblica e ambiente – “Le ricerche più aggiornate dimostrano che le comunità di tutto il mondo sono esposte a IE e ai rischi associati. L’OMS lavorerà con i partner per stabilire le priorità di ricerca per studiare i collegamenti tra gli IE e gli impatti sulla salute umana al fine di mitigare i rischi. Tutti noi abbiamo la responsabilità di proteggere le generazioni future”.

Il rapporto pone anche problemi simili sull’impatto della IE su flora e fauna. In Alaska  l’esposizione a tali sostanze chimiche è concausa di difetti riproduttivi, infertilità e malformazioni in alcune popolazioni di cervo e la diminuzione della popolazione di lontre e leoni marini può anche essere in parte a causa della loro esposizione a miscele diverse di PCB, il DDT, e altri inquinanti organici persistenti e metalli come il mercurio. Per contrario i divieti e le restrizioni sull’uso di IE sono stati associati con il recupero delle popolazioni di fauna selvatica e di una riduzione dei problemi di salute.

Il documento formula quindi una serie di raccomandazioni per migliorare la conoscenza globale di queste sostanze chimiche, ridurre i rischi di malattie potenziali, e ridurre i costi relativi. Questi includono l’implementazione di nuovi metodi di prova sulle sostanze e sulle miscele, maggiore ricerca sugli effetti degli IE per la salute dell’uomo e dell’ambiente, maggior rigore nella segnalazione sulle sostanze chimiche nei prodotti e più collaborazione  tra le comunità scientifiche di tutto il mondo e condivisione dei dati a livello globale.

Per approfondire: Effects of human exposure to hormone-disrupting chemicals.

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