PAVIA – Pubblicato dal Giornale italiano di medicina del lavoro ed ergonomia il volume XXXV numero 2, aprile/giugno 2013. Per dare notizia dell’uscita di questo recente numero abbiamo scelto di approfondire l’articolo Stress percepito, crasi ematica e abitudini voluttuarie.
Lo studio in esame è stato condotto da un’equipe composta da ricercatori dei dipartimenti di Neurologia e Psichiatria e dell’unità di Medicina del lavoro, della Sapienza Università di Roma. Obiettovo, valutare se lo stress percepito nel luogo di lavoro può rappresentare un fattore di rischio in grado di modificare la crasi ematica cioè il rapporto tra i vari elementi del sangue.
Vari casi di letteratura dimostrano che le condizioni di stress cronico lavoro-correlato sono in grado di deprimere la risposta immunitaria. Lo stress cronico è in grado di “causare immunosenescenza in lavoratori esposti con conseguente aumento della suscettibilità alle malattie infettive, neoplasie e malattie autoimmuni.” A livello ematico “lo stress e le sindromi ansiose e depressive ad esso associate sono in grado di ridurre la proliferazione, la concentrazione ematica e l’attivazione di leucociti, linfociti T, linfociti B e cellule natural killer.”
L’unità di Medicina del lavoro della Sapienza ha condotto una ricerca partendo da un gruppo di viabilisti di entrambi i sessi, facenti parte del Corpo della Polizia Municipale. Nel gruppo è stato selezionato un campione di 486 soggetti (345 maschi e 141 femmine) e a questi soggetti in occasione della visita medica disposta da regolare programma di sorveglianza sanitaria è stato somministrato un questionario per valutare la percezione dello stress sul lavoro. Queste le otto domande:
- “Quanta autonomia ritiene che le permetta il suo tipo di lavoro attuale;
- Quanta libertà di decisione le permette il suo attuale lavoro;
- Che tipo di impegno continuo durante l’orario giornaliero richiede la sua attuale occupazione;
- Quanto il suo lavoro attuale richiede decisioni improvvise;
- Quanta responsabilità richiede il suo lavoro;
- Quanto ritiene che lo svolgere le sue mansioni le crei difficoltà conflittuali con gli altri;
- Quanto ritiene che lo svolgere le sue attuali mansioni le dia soddisfazioni personali;
- Quanto ritiene che lo svolgimento delle sue attuali mansioni sia causa di conseguenze negative sulla sua salute”.
Gli interpellati hanno potuto calibrare la loro risposta da “per nulla” a “tantissimo” su una scala di sette diversi gradi .
Il medico competente ha posto poi altre domande per desumere informazioni clinico anamnestiche e le abitudini all’uso di sostanze voluttuarie quali caffè, alcool, sigarette e cioccolato; ogni soggetto è stato inoltre sottoposto a un prelievo di sangue.
Dalle risposte al questionario sullo stress è emerso che dei 486 lavoratori: il 39% (190 dipendenti) rientrava in una condizione di assenza di stress, il 34% (165 dipendenti: rientrava una condizione di stress moderato e il 27% (131 dipendenti) in una condizione di stress elevato.
In sintesi il 61% dei lavoratori manifestava una condizione di stress da moderata a severa. Livelli più alti di stress sono stati rilevati tra le lavoratrici di sesso femminile e i soggetti più giovani.
Comparando i risultati del questionario con i risultati dell’esame emocromocitometrico lo studio ha evidenziato che all’aumentare della classe di stress c’era una riduzione statisticamente significativa dei globuli bianchi.
Dal punto di vita del consumo di sostanze voluttuarie si è riscontrato che più alti livelli i stress erano correlati a un aumento statisticamente significativo del consumo di caffè, di cioccolato e dell’abitudine al fumo di sigaretta mentre non sono emersi dati statisticamente rilevanti sul consumo di alcool.
In conclusione lo studio ha confermato la correlazione tra stress e crasi ematica e ha mostrato l’utilità di un metodo semplice, ripetibile e poco costoso di indagine per identificare parametri biologici di valutazione dello stress. “Il monitoraggio della risposta immunitaria tramite i globuli bianchi potrebbe in tal modo essere incluso, assieme al questionario, nei protocolli sanitari per determinare i possibili effetti dello stress lavorativo e della percezione dello stress nel posto di lavoro”.
Per approfondire: stress percepito e crasi ematica.