ROMA – Pubblicata da Epicentro Iss, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, una lettura statistica in dettaglio dei dati pubblicati dall’Oms nel primo Rapporto globale sulla prevenzione del suicidio.
L’Italia, con un tasso standardizzato di suicidi pari al 4,7 per 100mila abitanti risulta essere uno tra i Paesi con i più bassi tassi di suicidi sia a livello europeo che mondiale.
Sono circa 4000 le persone che si sono tolte la vita in Italia nel 2012, 800.000 in tutto il Mondo ,dove il tasso globale rilevato è stato di 11,4 su 100mila unità.
Il fenomeno in Italia, come anche nel resto del Mondo, presenta significative differenze di genere: l’80% circa delle persone morte per suicidio erano uomini. Per quanto riguarda l’età la quota maggiore di suicidi ha riguardato persone anziane: circa un terzo over 70. Il suicidio è causa di decesso per lo 0,2% della popolazione italiana ultrasettantenne, mentre tra i giovani uomini di 15-29 anni rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali e la terza causa di decesso per le giovani donne.
Il rapporto Oms, oltre a raccogliere dati, propone indicazioni per rispettare l’obiettivo posto dal Mental health action plan 2013–2020 di ridurre del 10% il tasso di suicidii a livello globale entro il 2020.
Sono di tre tipologie le azioni da sostenere:
- restringere la disponibilità e l’accesso ai mezzi utilizzati per attuare il suicidi (maggiore controllo sulla detenzione di armi da fuoco, politiche di contesto all’uso di alcole droghe e installazioni di barriere per impedire la caduta da luoghi elevati);
- sensibilizzare i media affinché acquisiscano un comportamento responsabile nel trattare gli eventi suicidali in termini corretti e non sensazionalistici;
- attivare programmi di monitoraggio per le persone più vulnerabili e di follow up per chi tenta il suicidio e per le persone che erano vicine a chi si è suicidato.
Per approfondire: fenomeno suicidiario in Italia