LUGANO – Fine anno tempo di bilanci, tristi quelli che contano infortuni e morti nel mondo del lavoro. Il quindicinale di critica sociale Area ha pubblicato un’interessante dossier con l’ elenco degli infortuni e delle morti sul lavoro in Svizzera di cui è stata data notizia attraverso comunicati stampa della polizia o riportati dai media.
La ricorrenza di alcune casistiche e alcuni specifici episodi danno al giornalista Gianfranco Hebling la possibilità di fare alcune riflessioni sull’andamento infortunistico nella Confederazione Elvetica: cosa succede c, cosa si è fatto, cosa bisogna ancora fare per garantire ai lavoratori condizioni di lavoro sempre più sane e sicure.
Primo aspetto affrontato è l’importanza della progettazione della sicurezza. La riflessione è stimolata dall’infortunio mortale incorso ad una commessa che al termine del lavoro è stata investita da un’auto mentre si recava al parcheggio aziendale. Un episodio come questo è emblematico di come il lavoratore sia esposto al rischio anche facendo le azioni più quotidiane. La dinamica del’incidente ha mostrato come non era stata valutata la tutela della sicurezza dei lavoratori nella progettazione degli spazi di parcheggio. Questo stesso problema torna alla ribalta per la frequenza di episodi di incidenti in concomitanza di cantieri posti sul limitare della strada. Troppo spesso la sicurezza non è sufficientemente progettata, si sottostimano i rischi, si sbagliano i materiali, non si ritiene di dover fornire informazioni dettagliate alla manodopera, che spesso è anche in numero inferiore al necessario. Uno studio europeo rileva che due incidenti su tre sono imputabili decisioni prese prima dell’apertura del cantiere, quindi ad errori in fase di progettazione.
Altro tema di forte rilievo e su cui è necessario agire con determinazione è l’altissima incidenza di infortuni e morti tra i giovani lavoratori, tra gli apprendisti, tra i lavoratori inesperti e gli interinali. Il tasso di infortuni tra gli apprendisti è del 70% maggiore di quello dei lavoratori qualificati dello stesso settore. In Svizzera si è reagito a questo fenomeno con la promulgazione di nuova legge per la Formazione Professionale che stabilisce norme molto rigide per la tutela di questa categoria a rischio.
Tra gli infortuni registrati si rileva una preminenza di cadute. Le cadute possono essere molto diverse: dall’alto, da fermo, in movimento o da piccola altezza e non c’è una regola per cui si possa stabilire quale caduta sia più pericolosa: ci si può fare molto male cadendo da fermi su una punta acuminata e si può risultare illesi dopo una caduta da quattro metri di altezza.
L’attenzione per il rischio cadute deve sempre essere altissima. A livello europeo sui sta discutendo l’obbligo di misure di protezione contro le cadute a partire da un metro di altezza.
Le condizioni atmosferiche possono rappresentare un forte fattore di rischio: lavorare a temperature troppo fredde o troppo calde modifica la capacità di riflesso e debilita il lavoratore tanto da metterlo in condizione di rischiare di fare male a sé stesso o ad altri.
Il lavoratore deve poter interrompere le sue mansioni nel caso che le condizioni climatiche lo rendano troppo difficoltoso.
Rischioso inoltre lavorare da soli. La progressiva riduzione del personale può porre il lavoratore nella condizione di essere da solo sul luogo di lavoro e di fronteggiare quindi eventuali imprevisti senza alcun supporto.
Nei cantieri e nei magazzini soprattutto, ma anche in altre situazioni un rischio molto alto è rappresentato dai mezzi in movimento, specie quando effettuano retromarcia. In Germania i sindacati hanno fatto pressione affinché fossero installate delle telecamere sulle macchine da cantiere che permettano al conduttore del mezzo di avere piena visibilità anche sul retro.
Sempre i cantieri sono lo scenario per incidenti che coinvolgono gruisti e lavoratori che rischiano di essere colpiti da un carico male agganciato. Per questo specifico rischio i sindacati svizzeri hanno promosso un progetto pilota di sensibilizzazione in cantiere per far sì che i lavoratori addetti all’aggancio dei carichi siano specializzati e le gru si muovano in assoluta sicurezza.
Permane quindi una forte criticità nell’uso da parte dei lavoratori dei mezzi tecnici.
Posto che a livello tecnologico i mezzi a disposizione dei lavoratori sono sempre più perfetti la causa di incidente è sempre più correlata al fattore umano, all’errore del conduttore. Per questo è necessario quindi che diventi obbligatorio un iter di formazione e addestramento che al momento è previsto solo per alcune categorie (gruisti, mulettisti).