Roma – L’altro ieri i treni in tutta Italia si sono fermati per dieci minuti: molte le adesioni allo sciopero nazionale dei trasporti su ferro indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Fast e Orsa per chiedere maggiori garanzie di sicurezza per i lavoratori di Trenitalia.
Lo sciopero rappresenta la prima reazione dei sindacati alla morte di Antonino Micali, operaio della Rete ferroviaria italiana, di cui alle 15,30, in concomitanza allo stop dei trasporti, si celebravano le esequie. A quell’ora infatti i ferrovieri hanno incrociato le braccia per uno sciopero simbolico in ricordo del collega e, contestualmente, le navi che in quel momento stavano solcando lo stretto di Messina si sono fermate e hanno fatto suonare le sirene in segno di lutto.
Antonino, operaio della linea elettrica ferroviaria, stava lavorando all’imbocco della galleria dei Peloritani nei pressi di Messina, dove stava eseguendo alcuni interventi di manutenzione ordinaria alla linea aerea, quando è stato travolto da un treno merci in passaggio. L’inchiesta sta cercando di fare luce sulle dinamiche dell’ incidente. Per ora sono due le ipotesi all’esame degli inquirenti: l’operaio potrebbe aver avuto un malore a causa del quale è caduto sui binari nel momento in cui passava il treno oppure la caduta è stata causata il vuoto d’aria prodotto dal passaggio del convoglio che ha risucchiato l’operaio e a lo ha fatto precipitare sui binari mentre il treno passava.
I sindacati hanno diramato un comunicato in cui danno motivo dello sciopero e affermano che “alla luce della sequenza di infortuni mortali ripetuti nel Gruppo Ferrovie dello Stato” è necessario “sensibilizzare il Gruppo Fs rispetto al tema della sicurezza”.
Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato ha così commentato l’accaduto ”Purtroppo in campo ferroviario vi sono degli incidenti a volte mortali. Stiamo lavorando in maniera forte affinche’ in tutti i campi ci sia la sicurezza sul lavoro”