BRUXELLES – Lanciata dalla Commissione europea la seconda fase di consultazione per il riesame della direttiva UE sul’orario di lavoro.
La direttiva europea sugli orari di lavoro è la 2003/88/EC che stabilisce le regole minime per tutelare salute e sicurezza dei lavoratori, stabilendo, per quanto riguarda gli orari, che ogni lavoratore ha diritto a:
- un orario di lavoro che non può superare le 48 ore settimanali (straordinari inclusi)
- un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive (su 24h)
- una pausa dopo 6 ore di lavoro, durante l’attività lavorativa
- un giorno di riposo (24h) senza interruzione successivo ad ogni periodo di sette giorni lavorati
- almeno quattro settimane di ferie su un anno di lavoro svolto
- protezione particolare nel caso si effettui lavoro notturno
La direttiva poi stabilisce regole particolari per specifici settori.
La commissione ha ora lanciato la seconda fase di consultazione delle parti sociali per valutare, migliorare e e rivedere le regole precedentemente stabilite.
In particolare la Commissione Europea chiede alle parti sociali di pronunciarsi sui seguenti temi:
- i servizi di guardia;
- i periodi minimi di riposo;
- come affrontare la problematica degli orari di lavoro eccessivi;
- come conciliare vita lavorativa e familiare;
- eventuali chiarimenti relativi agli ambiti in cui la legislazione può risultare poco chiara.
Matteo Fornara, della Rappresentanza della Commissione Ue a Milano è intervenuto sul tema dichiarando che il riesame si basa su una serie di obiettivi strategici per adattare l’orario di lavoro ai cambiamenti in corso nel mondo del lavoro ma tutelando nel contempo la salute e la sicurezza dei lavoratori.
E’ ampio il consenso sulla necessità di rivedere le regole riguardo la gestione dei tempi di lavoro. Da più parti si è sollevata la necessità di una maggiore flessibilità per permettere alle parti sociali dei vari stati di negoziare l’attuazione delle regole con i datori di lavoro.
Il lancio della seconda fase della consultazione è stata anche occasione per la UE di presentare una relazione sull’applicazione della direttiva vigente e per illustrare i risultati di studi legati all’impatto socio-economico delle regole relative all’orario di lavoro, tra cui ricerche sui possibili effetti dannosi di eccessivi orari di lavoro per la salute del lavoratore.
La relazione sull’attuazione della direttiva attualmente in vigore identifica i punti principali di mancata osservanza da parte degli Stati dell’UE. In Italia, ad esempio, alcune categorie di lavoratori del servizio pubblico (forze armate, polizia, servizi d’emergenza, impiegati delle biblioteche) sono escluse dall’applicazione della direttiva . Inoltre, non sono applicati i limiti previsti per i lavori pericolosi o stressanti nelle ore notturne.
In proposito László Andor, commissario UE per l’occupazione, ha dichiarato: “Il riesame delle regole UE relative all’orario di lavoro è necessario, dato che l’attuale situazione non è sostenibile né politicamente né giuridicamente. Occorre un nuovo approccio all’orario di lavoro a livello UE, basato sul contributo delle parti sociali. La nuova relazione sull’attuazione delle attuali norme pubblicata oggi ci aiuterà ad andare oltre le discussioni del passato e a trovare una soluzione equilibrata che rifletta le esigenze reali dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese”.