BILBAO – Si è celebrata ieri, 4 febbraio, la Giornata mondiale contro il cancro, giornata dedicata al diffondere le conoscenze, promuovere la prevenzione e sostenere la ricerca.
EU-OSHA, Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, è impegnata per la tutela della salute dei lavoratori e promuove ricerca sui possibili agenti carcinogeni in ambito lavorativo, ma anche iniziative per la riduzione dell’esposizione e per il sostegno e la cura di lavoratori malati di cancro.
In questo contesto di azione e ricerca si inserisce il convegno tenutosi lo scorso settembre con l’obiettivo di tracciare un quadro generale sui possibili interventi da mettere in atto.
Il convegno, si è sviluppato in tre sessioni, dedicate ai metodi per la valutazione dell’esposizione ad agenti cancerogeni, ai gruppi più vulnerabili di lavoratori, ai piani d’azione e campagne per prevenire il cancro correlato al lavoro e attraverso sessioni di discussione in parallelo e plenarie ha prodotto un articolato documento di sintesi dei lavori.
Queste le principali conclusioni del seminario:
- in primo luogo è stato riconosciuto l’alto valore di attività di ricerca di programmi quali CAREX, International Carcinogen Exposure Database, sistema informativo internazionale sulle esposizioni professionali a cancerogeni noti e sospetti o del registro nord europeo NOCCA, realtà che hanno bisogno di un ampio sostegno, anche da parte delle istituzioni europee;
- sottolineata la necessità che la ricerca in materia di tumori correlati necessario prenda in considerazione i cambiamenti nel mondo del lavoro (ad esempio aumento di subappalto, il lavoro temporaneo, lavori multipli, i lavori presso il cliente, con limitate possibilità di adattamento, il lavoro sempre più statico, passaggio dall’industria ai servizi, l’aumento del l’occupazione femminile, la diffusione di orari di lavoro atipici, le esposizioni multiple, ecc.);
- necessario inoltre individuare le categorie di lavoratori vulnerabili, e “nascoste”, nel seminario è stato introdotto il concetto di “tumori socialmente discriminanti” che colpiscono i migranti, lavoratori a tempo parziale, personale in subappalto, donne e giovani lavoratori, le cui condizioni di lavoro particolarmente precarie sono molto poco tutelate;
- necessario allargare la riflessione sulle cause del cancro legato al lavoro anche a fattori legati allo stile di vita come l’obesità, il fumo di tabacco, consumo di alcol, ecc. che però non sono solo personali, ma possono anche essere determinati dall’ ambiente di vita e di lavoro (ad esempio, da insicurezza economica, difficile accesso ad alimenti sani sul luogo di lavoro o facile accesso alle bevande alcoliche durante il lavoro);
- evidenziata l’importanza di rendere sempre più trasparenti le informazioni sulle sostanze (vd. regolamento REACH) ma anche di vigilare sulle sostanze che si producono inavvertitamente durante i processi;
- una serie di conclusioni riguardano il sostegno e la cura di lavoratori malati di cancro, la possibilità di restare o tornare al lavoro e le particolari garanzie che bisogna assicurare a questa categoria di lavoratori;
- in ultimo si è sottolineata l’urgenza di far crescere tra lavoratori e datori di lavoro la consapevolezza dei rischi del contrarre un tumore in azienda, di potenziare i controlli e ampliare le modalità di supporto alla imprese, anche attivando circuiti di comunicazione continua tra tutti i soggetti coinvolti.
Per approfondire: