ROMA – Non tutti sanno che esplosioni e incendi possono essere provocati, anche negli ambienti di produzione degli alimenti, dalle polveri infiammabili. Sono le polveri originate perlopiù dalla lavorazione di farina, grano, caffè solubile, zucchero, latte e minestre in polvere, ecc .
Il pericolo viene spesso sottovalutato – rispetto a quello dovuto ai liquidi e ai gas infiammabili – sebbene i danni causati possano essere anche maggiori.
Quali sono le cause di innesco nelle esplosioni di polveri combustibili?
Sono per l’ 11% sconosciute, per il 9% i punti caldi, per l’8% fiamme, per il 7% le superfici calde, per il 6% l’autoaccensioni e per il 5% le saldature.
In ordine poi alle attività in cui si verifica più frequentemente il fenomeno, ecco una graduatoria di SafetyWorkingAreas.Org:
27% trasportatori, elevatori
23% silos
18% frantoi
9% spolveratura
7% essicatoi
Infine, ecco i settori produttivi maggiormente interessati dalla presenza di polveri esplosive:
32% industria del legno
20% industria agro-alimentare
13% industria plastica
13% industria meccanica
10% carbone, torba
6% industria farmaceutica
2% carta e cellulosa
L’organizzazione della prevenzione in questo campo si concretizza:
a) nell’ individuazione e nella classificazione delle sorgenti di emissione (SE) e cioè dei punti o parti di un sistema di contenimento da cui può essere emessa nell’aria, polvere combustibile in grado di dar luogo ad un’ esplosione;
b) nella valutazione delle condizioni di ventilazione;
c) nella predisposizione di un sistema di aspirazione che riduca la probabilità di formazione di zone pericolose.
Particolare attenzione deve essere posta nella scelta degli impianti e dei componenti elettrici. Per evitare inneschi pericolosi è necessario che la temperatura delle superfici su cui la polvere può depositarsi venga mantenuta al di sotto dei limiti di temperatura accettabili. Occorre che tutte le parti che originano scintille o che hanno temperatura superiore ai limiti accettabili siano adeguatamente conservate per prevenire la penetrazione della polvere ma anche occorre che sia limitata l’energia dei circuiti elettrici, così da evitare archi, scintille o temperature in grado di innescare la polvere.
Oltre a queste procedure, per mantenere gli standard di sicurezza raggiunti, è fondamentale che vengano effettuate, dopo quella iniziale, regolari verifiche periodiche ed una continua supervisione da parte di personale specializzato.
Nella prevenzione dai rischi dipendenti dalle polveri viene utilizzato un altro strumento, la granulometria. Essa consiste nella misurazione della ripartizione percentuale delle particelle della polvere combustibile in funzione del loro diametro. Se si hanno, ad esempio, particelle di polveri combustibili di grandezza superiore a 500 μm (micrometri, cioè millesimi di millimetro), generalmente queste non sono in grado di dare origine a nubi esplosive, e allora si può fare riferimento al solo pericolo di incendio.