GINEVRA – Si è svolto a Ginevra il 31 ottobre scorso il primo incontro del Ilo global business and disability network (network creato da Ilo per l’inclusione, la disabilità sul lavoro), un primo incontro intitolato Business as unusual: Making workplaces inclusive of people with disabilities, centrato sull’analisi della relazione tra salute mentale e lavoro.
La tutela del benessere e della salute mentale dei lavoratori è un tema di grande attualità che riguarda la vita di milioni di persone. Obiettivo dell’incontro è stato condividere strategie aziendali efficaci per favorire l’inclusione delle persone con disagi mentali e il mantenimento dell’occupazione.
I problemi mentali colpiscono circa il 20% della popolazione lavorativa. Non si tratta solo di patologie gravi ma rientrano in questa categoria anche disturbi comuni come ansia, depressione, stress e casi di burn out. Si tratta di patologie che possono costringere il lavoratore ad assentarsi temporaneamente dal lavoro ma che se non adeguatamente affrontate possono tradursi in invalidità permanenti e nell’abbandono della vita professionale.
La probabilità che nel corso della propria vita professionale un lavoratore si possa trovare ad affrontare un periodo di malessere psicologico è molto alto ma a causa sia della scarsa conoscenza di questa patologia sia della paura del pregiudizio è anche alto il rischio che il lavoratore non sia in grado di chiedere e ricevere un aiuto adeguato e che possa quindi andare incontro a un progressivo peggioramento che può portarlo anche alla perdita definitiva del lavoro. Identificare i disturbi mentali, come per esempio la depressione, e fornire un sostegno adeguato nella fase iniziale della patologia diviene quindi essenziale.
“La paura di essere respinto o stigmatizzato dalla società o dai colleghi di lavoro” – ha spiegato Stefan Tromel senior disability specialist dell’Ilo- “rende difficile per le persone aprirsi con i propri manager”. Per questo motivo molti lavoratori con disturbi mentali non si assentano per malattia quando invece ne avrebbero bisogno. Di conseguenza, la produttività scende e questo diventa un problema per l’azienda”.
Una possibile soluzione potrebbe essere il fornire ai manager una formazione adeguata per riconoscere preventivamente i primi segnali di disagio e per riuscire a instaurare un dialogo con l’interessato per indirizzarlo possibilmente a servizi di sostegno. Questo può evitare che ci siano lunghi periodi di assenza per malattia e il rischio di perdere un valido componente del personale.
Risulta quindi importante incoraggiare e sostenere la persone affinché tornino al lavoro e quindi calibrare i meccanismi di protezione sociale. La strada da percorrere in questa direzione è ancora lunga. Nei Paesi sviluppati e ancor più in quelli in via di sviluppo dove il pregiudizio sui problemi mentali e il rischio di stigmatizzazione è più alto.
Per approfondire: Mental ill-health at the workplace