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Usa, i costi dell’obesità sul lavoro e la tutela della salute

CHICAGO – La perdita di produttività a causa dell’obesità costa quanto le spese mediche imputabili a questa condizione. Una nuova ricerca negli Stati Uniti ha quantificato che il costo dell’obesità tra i lavoratori a tempo pieno ammonta a 73,1 miliardi dollari l’anno. In particolare lo studio ha messo in luce i costi nascosti dell’obesità. I ricercatori hanno rilevato che le persone obese tendono ad essere meno produttive rispetto a persone di peso normale. E’ per questo, forse, che l’America è forse il primo Paese al mondo ad aver avviato di recente campagne per la tutela della salute dei lavoratori obesi.

Altro fenomeno che lo studio prende in considerazione è il presenzialismo: la tendenza cioè a recarsi al lavoro anche se non si è in condizioni fisiche ottimali. Tra gli obesi l’incidenza di presenzialismo è molto alta.Lo studio, pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, ha preso in considerazione le spese mediche, i giorni di malattia e la produttività dei costi sanitari connessi con l’obesità. I risultati dello studio in suggeriscono che i datori di lavoro potrebbero risparmiare molti soldi investendo in programmi di educazione alimentare e miglioramento della salute dei i propri dipendenti: “Ora che abbiamo scoperto questo tipo di costi nascosti, penso che debba aumentare l’interesse dei datori di lavoro a ricercare metodi di intervento più efficaci per i lavoratori”, dice Eric Finkelstein, autore dello studio vice direttore per i servizi sanitari e dei sistemi ricerca della Duke University e della National University di Singapore.
Finkelstein raccomanda che i datori di lavoro promuovano una dieta corretta nelle mense aziendali e programmi di educazione alimentare, che diffondano una cultura del benessere e predispongano incentivi economici o di altra natura per coloro che diano chiari segni di impegnarsi per migliorare il proprio stato di salute, perdendo peso, mantenendosi in forma e partecipando ad attività salutari quali passeggiate o corsi di ginnastica.

Tanti studi hanno associato l’obesità ai costi sanitari e alle giornate lavorative perse ma pochi hanno esaminato i danni causati dalla presenza sul lavoro di persone obese e la perdita di produttività che questo comporta. Finkelstein ed i suoi co-autori hanno utilizzato i dati di un sondaggio nazionale in materia di spese mediche (dati 2006), combinati con i dati sull’assenteismo e presenzialismo. L’aumento di peso è un fattore rilevante per l’aumento delle spese mediche: queste aumentano proporzionalmente all’aumento di peso. Allo stesso modo c’è una relazione diretta tra aumento del peso e perdita di produttività sia per gli uomini che per le donne. l’obesità è un grosso problema in America, si stima che un terzo della popolazione sopra i venti anni sia obesa, anche se il 14,3% della popolazione adulta lo è in modo grave. Tutto questo porta a un costo complessivo del fenomeno pari a 73,1 miliardi di dollari l’anno. Per fare un paragone: le spese mediche derivanti dal tabagismo (comprese morti premature, malattia, ecc.) ammontano a 301 miliardi all’anno; il costo medico delle malattie mentali, di cui soffre circa un quarto della popolazione americana si aggira intorno ai 317 miliardi di dollari l’anno. Importante rilevare che i costi dell’obesità sono così ripartiti: 18% dovuto a giorni di malattia, 41% dovuto a mancata produttività legata a problemi di salute e 41% spese mediche. I costi nascosti rappresentano quindi una quota importante della spesa totale. Purtroppo in un momento di crisi le persone cercano di recarsi al lavoro comunque anche se non sono in ottime condizione di salute, questo per non perdere il lavoro e la paga. Anche tra i dipendenti normopeso, spiega Finkelstein, i costi dovuti alla perdita di produttività superano di gran lunga quelli necessari per le spese mediche. Lo studio è il primo a quantificare i costi della perdita di produttività: “Molti lavori precedenti hanno mostrato gli alti costi dell`obesità a causa di spese mediche e assenteismo – spiega lo studioso -. I nostri risultati sono i primi a misurare i costi dovuti alla diminuzione della produttività”.

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