TORINO – Riflettori puntati sul tribunale di Torino dove oggi sarà emessa la sentenza conclusiva del processo Thyssenkrupp. Dopo poco più di tre anni dal terribile incidente in cui persero la vita sette operai il processo intentato contro i responsabili di queste morti giunge alla fine.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro chiama a raccolta tutti gli attivisti e tutti coloro che hanno a cuore la giustizia e la salute e sicurezza dei lavoratori per far sì che l’occasione diventi un forte momento di presenza e di visibilità. Un momento per far sentire la propria voce, far sentire forte il grido “Basta alle morti sul lavoro!”.
In questi anni il costante impegno della Rete ha fatto in modo che non si spegnessero i riflettori su questa vicenda emblematica di come la sicurezza è percepita e gestita da molte imprese. La sicurezza è vista da molti come costo, come limite al profitto: sulla sicurezza si può risparmiare, determinando così una situazione che i rappresentanti della Rete non esitano a chiamare “guerra contro i lavoratori”.
Grazie alla continua presenza della Rete ai processi, alle manifestazioni organizzate, al capillare lavoro di informazione svolto, l’opinione pubblica ha tenuto alta l’attenzione verso questo procedimento in cui per la prima volta il capo di imputazione per i responsabili si è configurato come omicidio volontario.
La sentenza diventa quindi momento estremamente significativo per ribadire i diritti dei lavoratori e dei cittadini, il diritto a lavorare in condizioni sane e sicure e il diritto alla giustizia.
Ma il rischio resta alto che invece una condanna lieve, o una assoluzione, ribalti la vicenda a totale discapito dei lavoratori confermando ai datori di lavoro che della sicurezza si può anche fare a meno.
Una sentenza lieve sarebbe un odioso precedente che andrebbe a incidere pesantemente anche sulle decisioni dei giudici riguardo gli altri importanti processi ancora in atto: quello alla Eternit, quello della tragedia di Viareggio, di Paderno Dugnano e alla Umbria Olii, come tanti altri meno noti.
L’incidente mortale alla Saras, avvenuto solo pochi giorni fa, dimostra quanto sia grave la situazione riguardo la sicurezza dei lavoratori: innocenti continuano a morire in tragedie che si potevano evitare e di cui nessuno paga le conseguenze. Queste quindi le parole forti con cui la Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro chiama a raccolta movimenti e cittadini.
“Ai lavoratori, ai comitati di famigliari delle vittime, alle forze politiche e sindacali, al movimento studentesco.
Tutti a Torino il 15 aprile nel giorno dell’ ultima udienza, dove è più che mai necessaria una mobilitazione di massa che assedi il Tribunale di Torino per impedire l’ impunità per i padroni assassini, per chiedere pesanti condanne contro di essi, per dire basta alla giustizia negata dai Tribunali, per dire basta alle morti sul lavoro, per lottare contro questo governo che ha peggiorato la legislazione sulla sicurezza, dalle sanzioni del Testo Unico ai controlli sugli apparati di controllo e prevenzione, dimostrando nei fatti la sua vera natura di comitato d’ affari dei padroni.”